Cronaca

Palermo, la ‘maledizione del traffico’: ecco le soluzioni di Sicindustria

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20 Maggio 2024, 16:36

7 min di lettura

PALERMO- Gira e rigira siamo sempre fermi al ‘ciaffico’, quasi che la famosa boutade dello zio, in ‘Johnny Stecchino’, fosse una sorta di incantesimo da cui non riusciamo a liberarci.

A Palermo – per dire – nei giorni feriali, circolano mediamente un milione di veicoli (per la precisione tra i 950 e i 980 mila), con un calo del 20% il sabato e del 35% circa la domenica.

L’arteria più trafficata è viale della Regione Siciliana, ogni anno attraversata per intero da più di 55 milioni mezzi, in media 150 mila al giorno, di cui l’88% per il trasporto di lavoratori/studenti pendolari, il 5% relativo a mezzi pesanti o medi per trasporto merci che sfruttano la Circonvallazione per collegamento tra le due autostrade, il 7/8% legato a mezzi (camion, furgoni) per trasporto merci dentro la città. Cosa si può fare?

Il convegno e le soluzioni

Dello stato dell’arte e delle potenziali soluzioni si è parlato al convegno dal titolo “Da Punta Raisi a Termini Imerese, la mobilità del futuro è già cantierabile”, organizzato da Sicindustria Palermo.

“Le imprese purtroppo non possono fare altro che raccogliere le esigenze dei territori, segnalare le criticità e sollecitare la politica – spiega il presidente di Sicindustria Palermo, Giuseppe Russello –. In questo caso siamo andati oltre. Non ci siamo fermati al problema, ma abbiamo provato ad individuare pure le soluzioni e i possibili canali di finanziamento”.

“Come dire, noi la ricetta l’abbiamo – prosegue Russello -. Adesso sta alla politica, in particolare, farsi carico di avviare tutte le attività necessarie a mettere a terra le opere e dare una prospettiva di mobilità sostenibile per la città e per tutta l’Area Metropolitana”.

Il ritardo, ma le prospettive…

Siamo già in ritardo. Mentre il mondo studia continuamente soluzioni alternative alla mobilità tradizionale – dai veicoli a guida autonoma ai droni per la consegna dei pacchi – Palermo resta ancorata a un sistema di trasporti e di infrastrutture ormai obsoleto e incapace di reggere il peso del traffico quotidiano.

“Eppure – dice il professore Tullio Giuffrè, docente di Strade, Ferrovie e Aeroporti al Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’UniKore di Enna – esistono almeno tre progetti, finanziabili e appaltabili secondo il nuovo codice degli appalti, che in pochi anni potrebbero cambiare radicalmente la mobilità e l’impatto del traffico sulla quotidianità”.

“Mi riferisco ad esempio – spiega Giuffrè – alla pedemontana, al tunnel subportuale ovest che da piazza Giachery collega a viale Francia e al bypass alternativo alle coppie di gallerie stradali tra Isola delle Femmine e Capaci, che limiterebbe l’impatto in quell’area di tutti i mezzi che quotidianamente si riversano sulla A29 per raggiungere l’area industriale di Carini e l’aeroporto Falcone e Borsellino”.

Cosa può migliorare

Nel corso del convegno – che ha visto gli interventi dell’assessore alla Rigenerazione urbana di Palermo Maurizio Carta, del presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti, dell’ingegnere Marco Marchese, responsabile Direzione Investimenti Area Sicilia e Calabria di RFI, dell’amministratore delegato di Gesap Vito Riggio, del vicepresidente di Ri.Med. Angelo Luca e dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Aricò – sono stati analizzati singolarmente i tre progetti citati dal professore Giuffrè.

Sono solitamente visti come interventi da libro dei sogni, ma in un’ottica di sistema e grazie ai fondi del Pnrr oggi potrebbero consentire il potenziamento della rete stradale metropolitana.

“Considerato il numero di veicoli che ogni anno attraversano la circonvallazione – aggiunge il presidente Russello – non sarebbe nemmeno necessario attingere a risorse pubbliche per realizzare, ad esempio, un’opera come la pedemontana. Basterebbe un project financing in cui inserire anche un pedaggio per cofinanziare l’intervento”.

“Ma se proprio non vogliamo affidarci ai privati, in questo momento – dice Russello – si potrebbe ricorrere ai fondi stanziati dal Pnrr. L’unico limite è che queste risorse sono limitate nel tempo e non hanno una caratterizzazione geografica locale. L’Unione europea individua l’Italia come area di intervento e non fa distinzione tra Sicilia o Lombardia. Quindi se non si fa presto, i finanziamenti rischiano di finire sempre ai soliti noti o a chi è stato più bravo a cogliere l’occasione e a presentare progetti cantierabili”.

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L’elenco dei benefici

Giusto per citare un esempio – si legge in una nota – il nuovo collegamento autostradale tra A19 e A29, o pedemontana che dir si voglia, produrrebbe una serie di effetti positivi nell’ordine di 0,5 punti di PIL all’anno per l’area d’intervento.

Il dettaglio di questi benefici sono riportati in uno studio Finmeccanica-Ambrosetti, e nello specifico prevedono: recupero di diseconomie e inefficienze, valutabile in circa 2,5-3 mld di euro l’anno, grazie a miglioramenti in congestione, logistica, incidentalità e impatto sull’ambiente.

E poi il recupero del tempo utile, valutabile in almeno 1 mld di euro l’anno, considerati i dati relativi al tempo dedicato agli spostamenti in un giorno medio, lo sviluppo di filiere industriali e loro impatti indiretti, valutabile in almeno 2 mld euro l’anno.

I problemi irrisolti

I problemi sul tappeto sono tanti. L’aeroporto di Palermo perde ogni anno centinaia di migliaia di passeggeri che potrebbero raggiungere destinazioni come Cefalù o come il centro dell’Isola ma che sono scoraggiati dai tempi di attraversamento della città. Criticità con cui devono fare i conti anche gli utenti dell’area portuale, costretti ogni giorno ad attraversare Palermo, congestionando arterie cruciali come via Francesco Crispi, via Messina Marine e via Montepellegrino.

La situazione non migliora dopo avere lasciato la città. Chi è diretto in aeroporto, all’area industriale di Carini o verso il nuovo polo di Ri.Med., che presto accoglierà 5 mila persone al giorno, si trova a percorrere un’autostrada progettata negli anni ’60, con sole due corsie e il rischio di paralisi praticamente quotidiano o al minimo tamponamento.

Va un po’ meglio a chi, invece, deve raggiungere il porto di Termini Imerese o l’area orientale della Sicilia, ma anche la A19 non brilla per efficienza. “Con i tre progetti segnalati dal professore Giuffrè – conclude Russello – si risolverebbe il 90 per cento di queste criticità, dando respiro alla città e all’hinterland e rendendo le nostre aree industriali veramente attrattive. In attesa, ovviamente, che si completino anche le altre opere infrastrutturali già progettate o finanziate”.

Anche per questo, secondo il presidente di Sicindustria Palermo “diventa fondamentale l’intermodalità dei trasporti e il dialogo con tutti gli enti che stanno investendo in Sicilia e nella provincia di Palermo”.

È il caso ad esempio di Rfi, che in base ai dati presentati dall’ingegnere Marco Marchese, responsabile Direzione Investimenti Area Sicilia e Calabria, in Sicilia ha un piano di investimenti da oltre 17 miliardi già finanziato e che grazie alla direttrice Palermo-Catania-Messina potenzierà il trasporto integrato delle merci, collegando anche i porti e gli aeroporti. Senza dimenticare la rivoluzione in corso nei porti della Sicilia Occidentale, dove il presidente dell’Adsp Pasqualino Monti ha pianificato una serie di interventi legati anche alla mobilità e all’alleggerimento del traffico merci, soprattutto nell’area di Palermo.

Il cantiere per il ponte Corleone

“Oggi è pervenuta presso l’assessorato la vidimazione del progetto del raddoppio, da quattro a otto corsie, del ponte Corleone, che darà la possibilità di consegnare il cantiere già nei prossimi giorni, appena ci sarà il decreto di finanziamento”. Così l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Alessandro Aricò, a margine del convegno organizzato da Sicindustria Palermo sulla mobilità del futuro.

“Noi siamo in campo non soltanto per programmare e finanziare l’opera ma per vederla realizzata”. Inoltre, l’assessore si è soffermato anche sulla pedemontana. “La circonvallazione non ce la fa più – ha aggiunto Aricò -. Quindi, da un lato il raddoppio del Ponte Corleone, dall’altro lato la realizzazione della pedemontana, faranno sì che il traffico veicolare migliori”.

“Oggi ho consegnato all’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Aricò, il progetto esecutivo e validato del raddoppio del ponte Corleone. 
A giorni l’assessore Aricò emanerà il decreto di finanziamento di 17,5 milioni di euro, e insieme firmeremo una convenzione con il commissario per la realizzazione del ponte, Matteo Castiglione, per avviare i lavori entro il mese giugno. Credo si tratti di un fatto storico, l’opera si attende da tanti anni. Entro 18 mesi avremo il raddoppio”.

Così Salvatore Orlando, assessore ai Lavori pubblici del comune di Palermo, a margine del convegno organizzato da Sicindustria Palermo sulla mobilità del futuro.

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20 Maggio 2024, 16:36

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