16 Novembre 2022, 09:03
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PALERMO – Erano anni che il suo nome saltava fuori nelle informative sulla mafia palermitana che fa soldi con la droga. Oggi Michele Micalizzi, personaggio storico di Cosa Nostra, il cui profilo era stato tracciato da Livesicilia, fa parte dell’elenco degli arrestati nel blitz eseguito dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo.
Sono quindici le persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare (10 in carcere e 5 ai domiciliari) emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. In totale gli indagati sono 34.
C’è un asse degli stupefacenti con la Calabria e la Campania, da cui arrivano fiumi di cocaina, hashish e crack. A Pollena Trocchia in provincia di Napoli è stato individuato un deposito con 225 chili di hashish.
Coinvolti negli affari i mandamenti di Porta Nuova, Brancaccio, Tommaso natale e San Lorenzo. I mafiosi fanno cartello per acquisire grosse partire di droga. L’unione fa la forza come ha recentemente ricostruito un collaboratore di giustizia.
Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido, e dai sostituti Dario Scaletta e Federica La Chioma, viene ricostruito il ruolo dei componenti di un’altra famiglia da sempre impegnata nei traffici di droga, i Marsalone di Santa Maria di Gesù.
Una spia si era accesa due anni fa quando i carabinieri del Nucleo investigativo guidati dal colonnello Salvatore Di Gesare fecero irruzione in un campo di calcetto nella zona del Policlinico. Vi trovarono tre uomini che confezionavano hashish e 50 mila euro in contanti dentro un borsello.
Sul conto di Micalizzi, settantenne genero di Saro Riccobono, boss storico di Tommaso Natale, fra i primi a morire nella guerra di mafia degli anni Ottanta, il reggente del mandamento di San Lorenzo Giulio Caporrimo diceva che qualcuno che ce l’aveva a morte con l’anziano mafioso “… io sto capendo che tu vai girando ovunque con quale autorizzazione al mandamento non si capisce…“.
Michele Micalizzi girava parecchio e incontrava altri boss che contano. Come Girolamo Celesia di Brancaccio (coinvolto in questa inchiesta, ma già detenuto: è il boss del bacio in bocca) e Tommaso Inzerillo di Passo di Rigano, che gli spiegava le trattative i corso per il rientro definito avvenuto alcuni anni fa degli scappati dalla guerra di mafia degli anni Ottanta targata Totò Riina: “… il divieto… e intanto, come ti stavo dicendo, è una situazione di mio cugino siamo tutti bloccati, siamo… ho un impegno con Settimo e io, quando ci andiamo poi vediamo, per cercare di rattoppare, ora vediamo, ora con questa morte”.
L’uomo del dialogo era Settimo Mineo, il boss di Pagliarelli che ha presieduto la nuova commissione. La “morte” che aveva cambiato il corso delle cose era quella di Totò Riina. Micalizzi avevai fari pntati addosso. Oggi il blitz.
In carcere finiscono Giuseppe Marsalone, 46 anni, Salvatore Marsalone, 69 anni, Federico La Rosa, 62 anni, Giuseppe Marsalone, 50 anni, Vincenzo Vaglica, 43 anni, Salvatore Di Giovanni, 29 anni, Giuseppe Confalone, 52 anni, Salvatore Spataro, 43 anni, Leo Brancatisano, 28 anni e Andrea Mollica, 32 anni.
Arresti domiciliari per Michele Micalizzi, 73 anni, Claudio Caruso, 25 anni, Fabrizio Cecere, 26 anni, Giuseppe Gravanti, 34 anni, Grazia Pace, 36 anni.
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16 Novembre 2022, 09:03