14 Agosto 2022, 05:38
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PALERMO – C’era stato un intoppo alla Noce. Per autorizzare il “cinese” a spacciare lontano dai confini del mandamento i boss di Porta Nuova dovevano pagare una tassa di 300 euro al mese.
I carabinieri hanno intercettato una conversazione a tre voci durante un contro fra Giuseppe Incontrera (boss di Porta Nuova assassinato a fine giugno), Nicolò Di Michele (considerato un grossista della droga e arrestato dopo una fuga di pochi giorni) e Francesco Cerniglia, soprannominato il “cinese”.
Di Michele aveva avuto una pesante discussione con un personaggio la cui identità è ancora top secret. Un personaggio che, così diceva Incontrera, “è nessuno immischiato con niente”. Gli equilibri, però, potrebbero essere cambiati.
Incontrera faceva apprezzamenti negativi sul personaggio misterioso e contestualmente diceva di avere il contatto giusto alla Noce. Con chi? Con “mio fratello” e cioè Girolamo Albamonte che però è stato arrestato nel 2020 e condannato pochi mesi fa. “Un cristiano come noialtri”, dicevano di lui.
E così mister X oggi non sarebbe più “nessuno immischiato con niente”. Alla Noce si fanno buoni affari con la droga come emerge dal dialogo fra Giuseppe Incontrera e il figlio Salvatore, pure lui arrestato nelle scorse settimane: “Ottocento euro di fumo al giorno”. Un volto nuovo oggi controllerebbe il giro di affari.
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14 Agosto 2022, 05:38