Cronaca

Il killer del nuovo boss: “Ho agito da solo”, ma non convince

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05 Luglio 2022, 18:49

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PALERMO – Dice di aver agito da solo. E che la mafia nulla c’entra. E neppure la droga. Salvatore Fernandez, 49 anni, confessa di avere ucciso Giuseppe Incontrera, alla Zisa.

Parla di liti di vicinato – abitavano entrambi in via Cipressi – questioni banali, di screzi quotidiani, di dissapori forse legati a un incidente stradale. L’assassino avrebbe sedimentato la rabbia verso la vittima, spaccone e altezzoso com’era.

Il suo racconto non convince gli investigatori. Si continua a indagare per verificare la confessione di Fernandez resa al Comando provinciale dei carabinieri davanti ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Il movente della banale lite sembra riduttivo. Il nodo chiave è capire se Fernandez ha fatto tutto da solo.

Poteva da solo – ed ecco il cuore della questione – pensare di uccidere il boss della Zisa? Questo sarebbe divenuto negli ultimi tempi Incontrera, imparentatosi con i i fratelli Tommaso e Gregorio Di Giovanni, capimafia detenuti del mandamento di Porta Nuova. La vittima è consuocero di un terzo fratello, Giuseppe Di Giovanni.

Il giorno dell’agguato sul posto c’erano altre persone? Qualcuno probabilmente non era lì per caso, ma stava controllando che il piano di morte andasse a buon fine?

Incontrera si era fatto largo. Avrebbe gestito i traffici di droga e pure le estorsioni. “Non si ammazza uno così per un colpo di testa”, sussurra qualcuno che conosce bene le dinamiche criminali nelle stradine della Zisa. Non convince la versione di Fernandez che stamani ha deciso di consegnarsi in caserma, sicuro che stessero arrivando al suo arresto. I video del delitto erano chiari.

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05 Luglio 2022, 18:49

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