Cronaca

Microspie alla veglia del boss, lo sfogo dei parenti: “Questo fango…”

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21 Settembre 2023, 06:50

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PALERMO – Lo sapevano tutti che era stato Salvatore Fernandez ad uccidere Giuseppe Incontrera. Lo sapevano prima che i carabinieri lo individuassero e che confessasse il delitto ormai messo con le spalle al muro. Neppure i parenti del boss assassinato alla Zisa erano rimasti sorpresi. La notte del delitto, durante la veglia funebre “a distanza” (il corpo del boss emergente di Porta Nuova si trovava alla Medicina legale per l’autopsia) i carabinieri accesero le microspie in casa Incontrera al civico 9 di via Cipressi. Le intercettazioni finora inedite sono entrate nel processo che ha Fernandez come unico imputato.

Parenti intercettati

C’erano la moglie della vittima, Maria Carmelina Massa, e il figlio Salvatore (gli avevano ammazzato il marito e il padre ma rimasero in silenzio e poi furono entrambi arrestati), l’altra figlia Noemi e la cognata Rita Massa. Le intercettazioni andarono avanti per tutta la notte del primo luglio 2022 e nei giorni successivi. Nelle registrazioni c’è la prova dei rapporti tesi fra la vittima e l’assassino. Una volta quest’ultimo fu convocato dal boss: “Perché l’ha mandato a chiamare e si sono spaventati… ma tu il motivo che nomini sempre a me, Giuseppe, Giuseppe, Giuseppe…”. Nelle intercettazioni si parla di “quattro boffe” e “un colpo di legno”. “Te la sei meritata, in quel minuto stai zitto perché te la sei meritata che ti rompo la testa”, dicevano.

Rabbia e offese

Non avevano dubbi che “quel catu di munnizza (secchio di spazzatura, ndr) non l’ha digerita e gli hanno fatto questa parte”. Di episodi che hanno preceduto l’omicidio ce ne sono altri: “Una volta lui (Incontrera ndr) gli ha alzato le mani ai suoi figli… so che gli ha dato un colpo di casco a questo…”. Ed ancora: “Mio marito gli ha alzato le mani a suo figlio al figlio ru siccu… qualche boffa”. “Gli ha voluto sempre male… gli ha voluto sempre male questo crasto a mio padre cornuto e sbirro che è”, diceva la figlia.

Erano rabbiosi nei confronti dell’assassino: “Non deve uscire questo sbirro si fa.. . come suo fratello… (Fabio Fernandez, che si è auto accusato dell’omicidio di Giuseppe Calascibetta ndr)… questo si fa la galera, non ne ha famiglia… gli conviene che pure ai suoi figli si porta e fa il pentito”. I parenti erano guardinghi e pronti a vendicarsi: “Mi devo spaventare a me ammazza, ma appena mi vede mi tira subito di sopra… appena questo mi vede da lontano mi spara tranquilla perché lo sa che lo ammazzo appena lo vedo”. Era meglio che i FernandeZ andassero via dal quartiere e “si vanno a cercare le case lontano, se ne devono andare completamente perché se no qui la guerra sarà aperta”.

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Violenza nel quartiere

I Fernandez non erano ben visti: “… ma tu lo sai che cosa ha fatto suo figlio ad un cristiano di 80 anni, gli ha dato un cazzotto e l’ha buttato a terra pieno di sangue la settimana scorsa, gli ruba il motore”; “Prendeva le persone vecchie a colpi di mazza… sangue dal naso li buttava a terra e mio cognato andava da lui per rimproverare suo figlio la prima volta, la seconda volta, la terza volta, la quarta volta… senza mai Dio certe volte venivano glielo fanno trovare qualche giornata dentro un sacco a questo picciutteddu”.

Si parla di uno strano episodio, di colpi di pistola “sparati alla macchina del figlio” e di qualcuno che “aveva combinato un inferno da quando che è uscito questo u russu (soprannome di un amico di Fernandez ndr) … si infilavano dalle finestre dentro le case delle persone ma ti dico c’era un macello”.La conclusione dei parenti di Incontrera era amara: “Un fango come questo si doveva mangiare un leone”.

L’avvocato Salvatore Fererante

Una serie di episodi, dunque, precedette l’omicidio di Incontrera. Ed è su questo punto che probabilmente punterà la difesa dell’imputato reo confesso, rappresentata dall’avvocato Salvatore Ferrante. La pianificazione del delitto, al culmine di contrasti, sarebbe cosa ben diversa della premeditazione.

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21 Settembre 2023, 06:50

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