05 Ottobre 2019, 18:04
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PALERMO – Nell’immaginario collettivo palermitano, la visita a Santa Rosalia è quasi un passaggio obbligato. Nei suoi anni migliori, la piazza attraversata da via Pietro Bonanno, sul Monte Pellegrino, è stata meta di grandi flussi di visitatori; oggi, la stessa piazza chiede ascolto. I titolari di tutte e sette le storiche attività dell’area, cinque impegnate nella vendita di souvenir e due nel food, sono alle strette: i numeri dei visitatori non sono più quelli di una volta, la piazza versa in uno stato di decoro non all’altezza e l’esperienza della visita al Santuario di Santa Rosalia si è trasformata in poco più che una breve sosta. I commercianti hanno visto crescere esponenzialmente le difficoltà nel mantenere le attività, ormai aperte da generazioni. Il 3 ottobre il gruppo ha aderito a Confesercenti Palermo, e ora spera in un dialogo produttivo con il Comune e tutti gli attori che possano ‘salvare’ i luoghi della Santuzza.
A coordinare i negozianti è Ignazio Ferrante, che li descrive “un gruppo che abbraccia tre settori: commerciale, culturale e turistico. Queste attività, tutte regolari, sono letteralmente al servizio del turista e della Santuzza – spiega –: hanno bisogno del turismo per esistere, non essendo luoghi semplicemente di passaggio, ma sono anche parte integrante della zona e rappresentano un patrimonio storico e folkloristico legato a Palermo e Santa Rosalia. Di questo passo, però, per le famiglie che qui si procurano da vivere comincia a essere complicato anche solo sopravvivere”.
“Il problema non è che la gente non compra, ma portarla effettivamente lassù”. Nel tempo, e conti alla mano, i commercianti hanno messo a fuoco le cause del calo di visite: “Per esempio il fatto che sia chiusa da anni la via d’accesso più suggestiva, via Monte Ercta, ha creato un grande danno – dice Ferrante –. I tour operator non sono invogliati a portare così in alto i turisti, se non possono fargli vivere una vera e propria esperienza ma solo una piccola sosta: d’altronde, a pensarci, si perderebbero il panorama di Mondello e dell’Addaura, farebbero anche una breve permanenza in luoghi non più al passo coi tempi e poi tornerebbero dalla stessa strada da cui sono venuti. Non risulta allettante”. Il coordinatore sottolinea anche l’assenza di una vera rete sociale: “Non si tratta solo dei negozi, ma anche di mezzi pubblici efficienti o altre attrattive non commerciali: tutto questo nella piazza non c’è. Dato che la visita alla Santa è gratuita, l’unico modo per migliorare l’esperienza è un investimento per la comunità”.
“I commercianti vogliono essere parte di una riqualificazione della piazza e della creazione di un indotto serio – afferma Ferrante –. Sono attività storiche, ma non per questo non possono avere la capacità di rinnovarsi. Sacrosanti gli investimenti che riguardano il centro storico, ma non bisogna dimenticare quelle generazioni al lavoro da anni in zone meno frequentate durante tutto l’anno ma non per questo meno importanti. Ora queste famiglie sono in difficoltà – continua – e non possono uscirne da sole: facilitare il raggiungimento del posto, riattivare una ‘macchina del turismo’ strutturata e ravvivare la piazza sono interventi che hanno un certo peso. Dalla prossima settimana avvieremo dei confronti istituzionali – annuncia Ferrante – con i settori comunali Decoro urbano e Attività produttive per capire che soluzioni potremmo adottare per dare un aspetto uniforme e più vivibile all’intera piazza, ma anche con la Sovrintendenza dei Beni culturali per svolgere tutto nell’assoluto rispetto dei luoghi, così sacri e cari a tutti i palermitani”.
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05 Ottobre 2019, 18:04