Cronaca

L’omicidio allo Sperone: soggetti “non identificati” e rischio ritorsioni

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28 Febbraio 2024, 06:55

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PALERMO – Alcuni testimoni parlano di “sei persone a bordo di tre motori”. Tra di loro c’erano Giancarlo Romano e Alessio Caruso, il primo assassinato e il secondo gravemente ferito allo Sperone. Gli altri sono rimasti “non identificati”. E non sono i soli. Ci sono segnali che impongono di monitorare con attenzione le dinamiche criminali di Brancaccio. Specie se la vittima dell’omicidio era il più alto in grado fra i protagonisti della sparatoria sfociata nel sangue. Tutti sono considerati in qualche modo legati a Cosa Nostra.

La scalata al potere

Romano aveva scalato le gerarchie, forte della sua vicinanza al boss Antonio Lo Nigro, cugino dello stragista Cosimo Lo Nigro e imparentato pure con i fratelli Graviano. Titoli di merito in una mafia fiaccata dai continui blitz. Dopo l’arresto di Lo Nigro, a maggio 2022, Romano aveva acquisito conoscenze e potere. Pizzo, ma soprattutto droga e scommesse clandestine sono il core business delle famiglie mafiose. Alcune agenzie ufficiali fanno da paravento ai circuiti illeciti che si appoggiano su piattaforme on line. La mafia prende una percentuale sui guadagni. Ed è sulla somma che Romano e Caruso pretendevano che si è aperto lo scontro sfociato nelle pistolettate.

Le scommesse e l’omicidio

Caruso sarebbe andato a chiedere Il pagamento di tremila euro a Pietro Mira, figlio di Camillo e fratello di Antonio, che gestisce la raccolta delle scommesse clandestine. Chiese tempo perché aveva speso i soldi per pagare le vincite. All’inizio si presentò un emissario di Caruso, altro personaggio da identificare, a cui fu chiesto di aspettare. La risposta arrivò direttamente da Caruso che picchiò Pietro Mira con un tirapugni nel garage di via XVVII Maggio, base operativa del giro di scommesse.

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Quando Camillo e Antonio Mira hanno fallito l’agguato per uccidere Caruso davanti a un’agenzia di scommesse in corso dei Mille è scattala la reazione. Ci sono delle immagini in cui Romano e lo stesso Caruso chiamerebbero a raccolta altra gente. La caccia ai Mira per le strade del quartiere è andata male. Li hanno sì trovati, ma è stato Romano a morire, mentre Caruso è rimasto vivo per miracolo.

Due gruppi criminali

Gli investigatori ritengono che allo Sperone si siano affrontati due gruppi criminali. La situazione va monitorata. Non ci sono segnali di reazione, ma neppure possono essere escluse in una zona dove in circolazione ci sono troppe teste calde. Gente che si è fatta largo approfittando del livellamento verso il basso della caratura criminale, ma che possiede armi e regola i conti con il sangue. Il rischio ritorsioni non viene sottovalutato.

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28 Febbraio 2024, 06:55

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