04 Maggio 2024, 11:26
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PALERMO – La dinamica non lascerebbe spazio a dubbi. È stato un omicidio-suicidio. Così emerge dai primi accertamenti all’interno dell’appartamento al civico 49 di via Notarbartolo a Palermo.
In casa c’erano i cadaveri riversi per terra di Pietro Delia, 65 anni, e Laura Lupo, 62 anni. Lui era un commercialista e dipendente della Bnl, lei agente della Polizia municipale. La donna impugnava ancora la pistola di ordinanza. Sarebbe stata lei, dunque, a uccidere il marito per poi puntare l’arma contro se stessa.
È stata la figlia della coppia a lanciare l’allarme intorno alle 10 del mattino. Non riusciva ad entrare in casa, al terzo piano dell’edificio a pochi passi dalla stazione Notarbartolo, e i genitori non rispondevano.
Aveva appuntamento con il padre per andare a lavorare. Ha chiamato i vigili del fuoco che hanno forzato la porta e scoperto i cadaveri. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Comando provinciale.
È ancora presto per le conclusioni, ma si rafforza ogni istante di più l’ipotesi che la relazione fosse logorata dal tarlo della gelosia. Della gelosia della donna parlano infatti con insistenza amici e parenti.
La casa era in ordine, nessun segnale di lite. Il civico 49 si trova accanto a uno stabile presidiato perché vi abita un magistrato.
Laura Lupo era in servizio da trent’anni nel corpo della polizia municipale. Da qualche anno era stata distaccata agli uffici del giudice di pace in via Cavour. Lo studio di Pietro Delia si trova in via Nicolò Gallo, tra via Libertà e il Politeama.
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04 Maggio 2024, 11:26