29 Gennaio 2022, 17:10
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PALERMO – Dopo settimane di discussione il Consiglio comunale di Palermo è chiamato a dire la parola finale sul Piando di riequilibrio. La seduta è quanto mai decisiva perchè decide le sorti dell’Ente locale per i prossimi anni.
Il documento arriva a Sala delle Lapidi con un maxi emendamento della giunta, dopo che in una precedente seduta il sindaco aveva annunciato la necessità di cambiare il piano alla luce di una norma nazionale “salva Palermo”.
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Il piano prevede anche degli interventi sul personale e questo ha determinato la levata degli scudi dei sindacati che lunedì hanno convocato uno sciopero per evitare che i dipendenti part time siano assunti in una soluzione che le associazioni hanno chiamato “spezzatino”. Ma all’inizio del Consiglio Comunale Orlando annuncia la soluzione.
“Oggi ci siamo riuniti con il vicesindaco – ha detto -, l’assessore al Bilancio e il direttore generale per rivedere la parte del piano sul personale, alla luce del confronto in Prefettura. Abbiamo eliminato la differenza fra A-B e C-D e per gli aumenti delle ore ci siamo basati sulle risorse certe che derivano dai pensionamenti del personale. Dal primo luglio si passerà a 30 ore per tutti, dal 2023 a 33 ore per tutti, dal 2024 a 36 ore per tutti basandoci sempre sulle risorse del fondo per il personale”.
18.49 – Seduta sospesa e riprenderà alle ore 21.00
18.35 – Interviene il segretario generale del Comune per fornire dei chiarimenti e spiega che il ricorso alla procedura di riequilibrio può essere revocata. Tale decisione spiega non elimina la condizione di disequilibrio dell’Ente.
18.26 – Andrea Mineo: “Rischiamo che la ciambella di salvataggio che ci lancia lo Stato sia di marmo e ci faccia affondare”.
18.14 – Mattaliano, Argiloffi e Caronia interengono sulla questione dei lavoratori.
17.48 – Interviene il consigliere di +Europa Fabrizio Ferrandelli: “Non è credibile che chi in dieci anni non ha fatto nulla adesso voglia fare. L’amministrazione usa i dipendenti come uno scudo per ottenere l’approvazione del piano di riequilibrio. Se stoppiamo questo piano – aggiunge – credo che potremmo dirci di avere una coscienza pulita”.
17.26 – Forello propone revoca del ricorso al piano di riequilibrio. “Stiamo parlando di norme nuove su cui non esistono orientamenti giurisprudenziali: non è vero che il Comune andrà in dissesto se non approva il piano di riequilibrio, non è vero che non potremo chiudere il bilancio. Solo dopo il patto col Governo nazionale, potremo fare un piano di riequilibrio e quindi il consiglio può revocare in autotutela il pre dissesto perché il rischio è che il riequilibrio venga bocciato dalla Corte dei Conti. Non è vero che non si potrebbe fare la stabilizzazione dei lavoratori”.
17.14 – Il Consiglio è sospeso.
17.10 – Orlando: “Oggi ci siamo riuniti con il vicesindaco, l’assessore al Bilancio e il direttore generale per rivedere la parte del piano sul personale, alla luce del confronto in Prefettura. Abbiamo eliminato la differenza fra A-B e C-D e per gli aumenti delle ore ci siamo basati sulle risorse certe che derivano dai pensionamenti del personale. Dal primo luglio si passerà a 30 ore per tutti, dal 2023 a 33 ore per tutti, dal 2024 a 36 ore per tutti basandoci sempre sulle risorse del fondo per il personale”.
17.00 – La seduta si apre con un intervento del Sindaco Orlando. “La scelta – ha detto – riguarda le prossime amministrazioni. Questo è il momento della responsabilità da parte del Consiglio Comunale. Per questo spero che in quest’aula ci sia il medesimo senso di responsabilità che si sta registrando in altre aule”.
Per Orlando ci sono tre strade. Il Consiglio Comunale può revocare la scelta di ricorso al Piano di riequilibrio. “Ci vuole una motivazione rafforzata” dice Orlando. Si può non approvare il piano. “Ma – dice il sindaco di Palermo – questo comporta l’avvio della procedura di dissesto. Le conseguenze sono note a tutti: non si pagheranno i creditori, la dismissione delle partecipazioni è automatica e non si può procedere alle assunzioni. Poi la Procura della Corte dei conti indagherà sulle responsabilità del dissesto”. La terza ipotesi, segnala Orlando, è l’approvazione della procedura di riequilibrio.
“L’avvio della procedura di dissesto – ha continuato Orlando – che con le nuove regole significa blocco dei pagamenti, blocco di aumento delle ore, aumento al massimo delle addizionali e nessun margine per il consiglio comunale di scelta delle misure, a cui far seguire gli accertamenti della Corte dei Conti; avvio della procedura di riequilibrio cui seguono l’accordo del 15 febbraio e il bilancio di previsione 2021-2023. In riequilibrio, per due anni non andremo in dissesto”.
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29 Gennaio 2022, 17:10