Palermo

Palermo, resta lontana la riapertura del Parco Cassarà

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20 Febbraio 2022, 17:30

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PALERMO – Gli spazi per fare sport, passeggiare o stare all’aria aperta a Palermo sono veramente pochi. Se a questo si aggiunge che il Parco Cassarà, che si estende per 280.000 metri quadrati, con una superficie verde di 13.000 metri quadrati, è chiuso da sette anni, questi sono ancora meno, ma adesso si potrebbe rivedere la riapertura, certo non a breve, ma sembra che grazie al Geobonus si potrà rivedere ‘la luce’ all’interno del Parco, parco che ospita un laghetto, diversi piccoli parco giochi e una pista di pattinaggio.

La chiusura del parco

La storia del parco, intitolato al commissario di polizia ucciso dalla mafia, è ormai nota a tutti. L’inaugurazione avvenne nel novembre del 2011, quando Palermo era governata da Diego Cammarata, e poco meno di tre anni dopo fu chiuso perché nel sottosuolo vennero trovate tracce di amianto. Da allora il buio, o meglio la chiusura e tra varie promesse di riapertura gli anni passano e il parco resta lì (non potrebbe fare altrimenti) in attesa di riabbracciare i palermitani.

L’allora procuratore aggiunto Dino Petralia parlò di “situazione sconfortante. La presenza di amianto è stata rintracciata non solo nei punti dove era già stata scoperta”.

Il parco fu subito suddiviso in tre sub-aree in base al grado di pericolosità: in ordine decrescente rossa, gialla e verde. In quest’ultima, che si trova al confine con via Altofonte e corrisponde a circa il 65 per cento del parco. 

Il Comune decise anche di pubblicare un bando per le indagini ambientali, ma questo avvenne nel marzo 2018, ben quattro anni dopo la chiusura. Il bando fu subito ritirato in autotutela, questo per la presenza di lacune ed errori. Il sindaco Leoluca Orlando annunciava la nuova pubblicazione a giugno 2018, alla fine l’avviso fu nuovamente pubblicato a settembre dello stesso anno.

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Successivamente vennero effettuate le indagini ambientali, compresi i carotaggi, da questi ultimi è emersa la presenza di cianuro, cloroformio e piombo. Nel frattempo c’è anche stata una raccolta firme promossa da Lega Giovani che ha presentato una petizione per promuovere la riapertura. Per il deposito di amianto al Parco Cassarà le indagini si conclusero con l’assoluzione di tutti gli imputati.

Il Geobonus

Negli ultimi giorni, comunque, si è riaccesa la speranza di rivedere il parco aperto. Questo perché il Consiglio Comunale ha approvato la mozione presentata dalla Lega, condivisa e sostenuta, dai gruppi consiliari di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia Viva, 5 Stelle, che impegna sindaco e giunta ad utilizzare lo strumento del Geobonus per la bonifica del Parco. Proprio per utilizzare questo Geobonus si è tenuta una riunione tra gli assessori Giusto Catania e Sergio Marino, che hanno incontrato il senatore Luca Briziarelli, vice presidente della Commissione Bicamerale Ecoreati ed estensore della proposta per valutare gli aspetti tecnici e la procedura da adottare.

Sul parco ci sono sempre stati gli occhi attenti da parte della Terza Commissione consiliare presieduta da Paolo Caracausi:  Prima di utilizzare questo Geobonus è necessaria una caratterizzazione del terreno, in questo modo si capirà cosa c’è sotto terra. Il Geobonus ha buone disponibilità economiche, però c’è un problema: manca un decreto attuativo e questo dovrebbe essere emanato dal nel periodo di Pasqua. I tempi non sono celeri – ha concluso il consigliere componente di Italia Viva -, ma si è avviato un percorso per la riapertura del parco“.

Per la riapertura del Parco si è spenta tanto anche Concetta Amella componente della Terza Commissione: “Dopo anni di proclami sterili e di fattuale immobilismo, finalmente un segnale concreto che fa ben sperare su un ritorno alla fruizione in tempi ragionevoli del Parco Cassarà. L’unanime approvazione del Consiglio della mozione sull’utilizzo dei Geobonus, per le operazioni di bonifica di questa vasta area verde, e l’avvio dell’iter istituzionale fanno ben sperare. Questa misura, proposta dal senatore Briziarelli, appare, al momento, come l’unica idonea a dare la stura ai lavori per il recupero di un bene pubblico così strategico per la qualità della vita dei palermitani. Interventi che i cittadini della IV circoscrizione e le associazioni ambientaliste attendono ormai da troppo tempo. La speranza, adesso, è che il dpcm attuativo per farla diventare esecutiva venga emanato in tempi celeri. E che questo passo compiuto al comune di Palermo non sia solo una boutade da strumentalizzare a scopi elettorali in questi prossimi mesi”.

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20 Febbraio 2022, 17:30

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