02 Novembre 2022, 19:47
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Le parole vive di Don Corrado nella città dei morti sono state esplicite. Le parole di Don Corrado – così lo chiamano i tanti che gli vogliono bene – rappresentano uno schiaffo utile. Le parole di Don Corrado – ovvero dell’arcivescovo Lorefice -, al cimitero dei Rotoli, nel giorno dei morti, possono essere una occasione per risvegliare Palermo addormentata.
Ecco quelle parole, pronunciate nel giorno dei defunti: “Giustizia e rispetto dei nostri morti chiedono che venga allo scoperto l’origine di questa profanazione: burocrazia, interessi occulti e deresponsabilizzazione devono avere un nome. Noi dobbiamo custodire i corpi, a cominciare da questo luogo, da questo cimitero. Non possiamo continuare ancora a vedere i corpi dei nostri cari profanati. Ci dev’esser dato di venire a commemorare i nostri morti in una degna dimora”.
La tragedia dei Rotoli, con le sue mille e più bare accatastate, non si può nemmeno definire un’emergenza. Non è un problema divampato oggi, all’improvviso. E non è uno sfascio recente. Noi stiamo raccontando la situazione dal suo insorgere. Abbiamo scritto decine di articoli, scattato moltissime fotografie e riportato frammenti dell’insopportabile indecenza che accoglie i visitatori del camposanto. Coloro che vanno per rendere omaggio a una persona cara che non c’è più e non riescono a compiere serenamente il rito della pietà.
“Occorre individuare le responsabilità di questo scempio – ecco, ancora, altre parole, sgorgate da una indignazione sacrosanta –. Occorre agire tempestivamente sulle cause, chiamarle per nome. Non ci saremmo aspettati di avere sotto i nostri occhi anche quest’anno una tale orribile e nefasta visione. Rivendichiamo uniti una degna sepoltura dei nostri cari defunti”. Un monito rivolto alla politica, di ieri e di oggi, che è la prima responsabile di certe scene indecorose. Ma che dovrebbe risuonare nella coscienza collettiva dei palermitani.
Palermo, raramente, si indigna per i Rotoli e per i suoi morti sugli scaffali. Palermo organizza polemiche su tutto, tranne che sull’essenziale. L’indifferenza è il male peggiore, perché, nutrito dall’abitudine, il più difficile da curare. Le parole di Don Corrado, dell’arcivescovo Lorefice, riusciranno a risvegliare i dormienti? Lo speriamo con tutto il cuore e, in ogni caso, non saranno state pronunciate invano. Una voce consapevole e non disposta a compromessi con la rassegnazione è già una pietra su cui costruire una coscienza nuova. (Roberto Puglisi)
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02 Novembre 2022, 19:47