PALERMO – È successo tutto in un minuto. Alle 02:50 della notte fra sabato e domenica scorsi c’è una lite nella parte esterna del pub “O Scrusciu”. Un uomo prende a schiaffi un cliente. Paolo Taormina esce dal locale e si avvicina a chi sta litigando “verosimilmente con l’intento di sedare gli animi e capire cosa stesse accadendo”. Alle 02:51 Gaetano Maranzano, reo confesso del delitto, “con un gesto fulmineo”, spara alla nuca al ventenne. L’omicidio viene contestato dalla Procura con l’aggravante dei futili motivi.
Un minuto, dunque. Nel corso del quale Maranzano, dopo essere stato rimproverato e avere riconosciuto Taormina – così racconta – ha estratto la pistola e fatto fuoco. Gli investigatori usano la parola “fulmineo” per definire il gesto. Un aggettivo che può valere nel caso di un delitto d’impeto (come lo ha descritto l’assassino), ma anche di un agguato (è una ipotesi investigativa aperta). Maranzano è sceso da casa armato e ha sparato alla nuca di Taormina sorprendendolo alle spalle. E poi nella sua confessione c’è più di qualcosa che non torna.
I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale e della compagnia di piazza Verdi continuano a indagare sul ruolo di eventuali complici di Maranzano e sul movente. A schiaffeggiare il cliente tra i tavolini del pub di via Spinuzza è stato un amico dell’assassino. Tante le fotografie che li ritraggono insieme, testimonianze di un legame profondo. E poi ci sono gli altri due amici che sono fuggiti insieme a loro.
Le telecamere hanno filmato il percorso della Lancia Y in direzione dello Zen dove però non ci sono occhi elettronici. Cosa è accaduto nel quartiere alla periferia di Palermo? Anche questo è un capitolo da chiarire. Sicuramente le collane dorate con i ciondoli del volto di Gesù, una pistola e la scritta King che indossava Maranzano sono state trovate in un’abitazione di via Costante Girardengo allo Zen che non è la casa dell’assassino. Gli abiti di quest’ultimo sono stati trovati a casa di Maranzano, in via Nino Geraci, a Cruillas.
Nel corso dell’interrogatorio davanti ai pm Maranzano non ha fatto i nomi degli amici. Non ha detto dove ha trovato la pistola, ma solo di avere l’abitudine di portarla per “sicurezza personale”. Ha omesso di precisare che, prima che la vittima uscisse dal locale, c’era stata un’aggressione da parte del suo gruppo di amici ai danni di un ragazzo. Ha spiegato di avere litigato con Taormina prima di sparargli, ma le immagini lo smentiscono. Taormina è stato colpito alla nuca, senza che ci sia stato alcun confronto tra i due.
E il movente? Maranzano sostiene che Taormina qualche mese fa avesse importunato la moglie via social. La notte dell’omicidio era la prima volta che lo incontrava da allora. Lo ha precisato più volte, come se volesse allontanare il sospetto della premeditazione. Che è il punto focale delle indagini. Avrebbe perso la testa e ha sparato (qui l’interrogatorio di Maranzano ndr). Stamani sarà chiamato a fornire di nuovo la sua versione davanti al giudice per le indagini preliminari che lo interrogherà nel carcere Pagliarelli nel corso dell’udienza di convalida del fermo disposto dalla Procura.

