21 Marzo 2022, 20:12
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“C’è una situazione che bisogna saper gestire. Franco Miceli è un’ottima persona, una candidatura competitiva che sosterremo e che sosterrò. Ma i suoi sponsor hanno avuto in passato una visione della città un po’ diversa rispetto alla nostra”.
L’onorevole pentastellato Giampiero Trizzino il suo passo indietro lo ha fatto. C’era anche lui nel mazzo di carte candidabili che il centrosinistra si apprestava a dare per la partita del sindaco a Palermo. Quando il M5S, dopo la sintesi di Giuseppe Conte, si è compattato sul presidente nazionale dell’Ordine degli architetti, Miceli, appunto, Trizzino si è dimostrato disponibile al gioco di squadra. Ma questo non significa che sia tutto levigato e armonizzato nella superficie di una coalizione.
Due anime dei Cinque Stelle si confrontano su Palermo e non solo. Quali sono?
“Quella più ortodossa, fedele al principio storico delle alleanze solo con chi sposa le nostre battaglie e, nel caso specifico di Palermo, in discontinuità con il passato, e poi quella più aperta”.
Ai compromessi?
“Compromessi è una parola che non mi fa impazzire. Diciamo più aperta all’evoluzione della politica e, attenzione, mi sta benissimo. Però tra i principali sostenitori di questa candidatura, c’è Giusto Catania, sulla cui persona non ho nulla da eccepire ci mancherebbe. Sulla sua attività politica, però, se non vado errato, il gruppo consiliare del M5S a Palazzo delle Aquile non è stato affatto clemente”.
Contesta il metodo della scelta?
“Ho letto la vostra intervista a Mariangela Di Gangi e sono d’accordo con lei. L’idea iniziale era quella di sedersi attorno ad un tavolo, avvalendosi, perché no, anche di un dibattito pubblico, e individuare con serenità e massima trasparenza il nome giusto. Alla fine il nome è arrivato nel modo più sbagliato. Ma adesso dobbiamo recuperare partendo dagli errori commessi. Tutta questa vicenda, dal punto di vista della tempistica e della comunicazione, è stata gestita molto male”.
Sullo sfondo Orlando da cui, invece, non si può prescindere.
“La Primavera di Palermo è stata un grande momento e Orlando è stato l’indiscusso protagonista, non si può negare. Ma l’attività di un politico si deve giudicare nella sua totalità e oggi Palermo è in grandissimo affanno. La città vive una serie di emergenze che stanno diventando endemiche. I palermitani si sono quasi assuefatti ai disservizi ed è un fatto estremamente grave. Quando invoco la discontinuità rispetto all’attuale amministrazione mi riferisco proprio a questo. Vogliamo recuperare agli errori commessi? Bene, bisogna voltare pagina e chiudere con il passato. Questa è la grande sfida che dovrà affrontare Miceli”.
Domanda identica anche per lei: con Miceli si può vincere?
“Miceli è un candidato competitivo e preparato, una persona su cui si può senz’altro contare. Ho avuto modo di confrontarmi con lui in passato sui temi legati alla tutela dell’ambiente, di cui mi occupo all’Assemblea regionale siciliana e ho sempre trovato in lui massima disponibilità oltreché incontestabile competenza. Avrà ovviamente il mio sostegno”.
Lei cosa vuole, onorevole?
“Io non voglio niente, nonostante qualche maligno sottobanco vada dicendo che ho barattato la mia candidatura per qualcos’altro. Io voglio vivere a Palermo, perché è la mia città e ci voglio vivere bene.”
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21 Marzo 2022, 20:12