Cronaca

Palermo, truffa per comprare Jeep e Mercedes: le intercettazioni

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01 Febbraio 2022, 16:49

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PALERMO – Tentarono di raggirare un carabiniere. Volevano vendergli una macchina compratata, mai pagata e intestata ad una persona inesistente. Il militare si accorse della truffa e ha fatto saltare il banco.

Così è partita nel 2019 l’indagine dei carabinieri della compagnia di Bagheria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palermo, che ha portato all’arresto di cinque persone.

È venuto fuori il ruolo di Saverio Giunta, già coinvolto in un’inchiesta per truffa nel 2005, che ha avrebbe stretto un patto con Lorenzo Motisi, insospettabile dipendente regionale, Stefano Ganci e Rosario Di Fatta. Questi ultimi due avevano agganciato l’impiegato dell’ufficio anagrafe del Comune di Palermo, Salvatore Randazzo.

Un uomo chiave Randazzo, in servizio alla delegazione comunale di via della Capinera. Sarebbe stato lui a fornire le generalità dei facoltosi pensionati che, a loro insaputa, chiedevano prestiti bancari e compravano macchine. L’organizzazione avrebbe falsificato i documenti. Dalla carta d’identità fino alla busta paga. Motisi si sarebbe spinto anche a falsificare la busta paga. E così saltavano fuori fantomatici dipendenti regionali che chiedevano prestiti da 40 mila eurto o compravano Mercedes Gla e Jeep Compass.

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Randazzo sarebbe stato ricompensato con poche centinaia di euro. Ad un certo punto, però, capì di essere l’anello economicamente debole della catena. Di Fatta andava a trovarlo fiori dagli oprari di lavoro. In alcune circostanze i carabinieri hanno immortalato il passaggi di buste che, secondo l’accusa, contenevano documenti e soldi.

Pochi spiccioli e Randazzo cominciò a sentirsi maltrattato: “… si ammuccano 30.000, 20.000, 15.000, 50.000”, Anche Ganci non era contento: “… e io mi prendo la spazzatura”. Randazzo rincarava la dose: “Avanzo 1.500 euro da Rosari… gliel’ho detto voglio la macchina… non lo so vediamo e allora quando voi altri mi portate la macchina o vi aiuto come vi ho sempre aiutato… non l’hanno capito mi porto 200 euro… 200 non mi servono”.

Ricrodava alla convivente di una recente visita ricevuta da Di Fatta alla convivente: “…. ma tu sei quello che mi disse che a Natale ogni Natale prendeva 1.500 euro e me li dava io ho visto solo a Natale 500 euro e gli altri 1.000 dov’è m… sono?”.

Un’altra volta Di Fatta gli avrebbe promesso 1.000 euro e una bottiglia di champagne ed invece arrivano 300 e una bottiglia di spumante. Randazzo non gradì: “Gli ho detto che il Ferrari nemmeno lo uso per lavarmi i denti”.

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01 Febbraio 2022, 16:49

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