“Ztl, serviva più confronto| Nel 2022 un nostro sindaco”

di

06 Febbraio 2020, 05:49

6 min di lettura

PALERMO – “Italia Viva è la casa di chi crede in una politica concreta e non urlata, di chi non guarda all’oggi ma al domani: per questo siamo incompatibili con Salvini e con i Cinque stelle e con tutti coloro che offrono false risposte. Anche in città e in provincia offriremo il nostro contributo di idee già a partire dai prossimi appuntamenti elettorali, ma guardando anche al 2022: il nostro obiettivo è indicare il prossimo candidato sindaco di Palermo”. Parola di Dario Chinnici, neo coordinatore provinciale del partito renziano insieme a Maria Rita Picone, ma con alle spalle una lunga gavetta politica nei Ds e poi nel Partito Democratico di cui è stato capogruppo a Sala delle Lapidi prima del passaggio a Iv.

 In molti vi accusano di aver fatto l’ennesimo “partitino”, i sondaggi vi danno sotto il 5%… perché pensate che quella di Italia Viva possa essere una scommessa vincente?
“Perché la politica è in continua evoluzione: fino a un anno fa sarebbe stato impensabile vedere Salvini all’opposizione e il M5s al governo con il Pd, Leu e Italia Viva, eppure eccoci qua. In uno scenario così frastagliato e in perenne movimento, il vero rischio è che la politica parli a se stessa e perda il contatto con la realtà; il nostro partito fa esattamente il contrario, riporta al centro i problemi concreti delle persone e offre risposte credibili. Così come faremo con il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova che sarà a Palermo il 17 febbraio”.

Matteo Renzi però non riscuote grande simpatia…
“Oggi gli italiani si trovano a dover fare i conti con la mancanza di lavoro, con l’emergenza abitativa, con ospedali sovraffollati, con un’economia in stagnazione che frena le imprese, nel bel mezzo di un panorama internazionale attraversato da tensioni e conflitti molto pericolosi. Dubito che il problema sia che Renzi faccia più o meno simpatia… La verità è che ci siamo abituati a fermarci ai personalismi, dimenticando i problemi reali. Ricordo che con il governo Renzi sono stati siglati il Patto per Palermo e quello per la Sicilia, sono state approvate le leggi sulle unioni di fatto e a sostegno dei disabili, è stato varato il Jobs Act che, dati alla mano, sta dando ottimi risultati, è stato creato il bonus degli 80 euro che tutti contestavano e che ora sembra essere diventata la cosa più bella del mondo, tanto che si vuole alzare il tetto a 100 euro. Ovviamente questo non significa che sia stato tutto risolto, ma dimostra che quelle idee erano valide e lo sono ancora al netto di chi le propone”. 

I sondaggi però non vi premiano…
“Italia Viva è nata da pochissimo e sta iniziando ora a strutturarsi nei territori: sabato e domenica a Roma ho visto un grande entusiasmo e la nomina dei coordinatori provinciali è solo il primo passo. A febbraio avremo un’assemblea nazionale, a marzo apriremo sedi in tutta Italia e ad agosto la seconda edizione della scuola politica”. 

E in Sicilia?
“Anche in Sicilia Italia Viva sta suscitando grande interesse, ma pure qui l’obiettivo deve essere di andare oltre gli steccati e di aprirsi ai moderati, ai riformisti, ai liberali, a chi crede che sia possibile coniugare il progresso con la difesa dell’ambiente, a chi vuole una burocrazia più snella, a chi chiede infrastrutture e collegamenti veloci. Non ho nostalgia di chi pensa solo a difendere il proprio orticello e alza muri: Iv nasce con l’obiettivo opposto, quello di allargare e includere sulla base dei nostri valori, rifiutando sovranismi e populismi. Il governo Musumeci sta deludendo le aspettative dei siciliani, la maggioranza all’Ars traballa e il presidente della Regione anziché occuparsi dei problemi concreti pensa a dialogare con Salvini per garantirsi la ricandidatura, in barba agli interessi della nostra Isola. Noi siamo chiamati a costruire un’alternativa credibile”. 

Passiamo a Palermo: Italia Viva continuerà a sostenere Orlando, nonostante il flop Ztl?
“Per la mia generazione, Leoluca Orlando è il sindaco per antonomasia: lo era quando andavo alle scuole superiori, lo è ora che mi ritrovo consigliere comunale. Nel bene e nel male, il Professore è il simbolo di una stagione di cambiamento e rilancio della nostra città e questo è un merito che tutti devono riconoscergli. Se oggi tutti apprezzano il percorso Unesco e via Maqueda pedonale, se il Teatro Massimo è tornato a risplendere, lo dobbiamo a Orlando e alla sua tenacia”. 

Quindi va tutto bene?
“No, non ho detto questo. La sindacatura è entrata nella sua seconda metà e il rischio è che tutti inizino a pensare già al 2022, scordandosi che ci sono ancora due anni e mezzo da affrontare: è giusto iniziare a pensare al domani, ma bisogna concentrarsi sul presente e sui problemi d’oggi. C’è un bilancio da consolidare, ci sono società partecipate che vanno accompagnate nel loro percorso di rilancio, come sta facendo la Rap, c’è la questione Bellolampo, c’è la differenziata da far decollare, bisogna esercitare una più efficace lotta all’evasione, ci sono numerosi regolamenti che attendono di essere discussi come quello sulla pubblicità e i dehors o l’articolo 5, per liberalizzare l’apertura di grandi attività commerciali in centro storico. La maggioranza è pronta a fare la sua parte, il sindaco si è sempre mostrato sensibile alle istanze dell’Aula ma bisogna ammettere che non tutti gli assessori lavorano al meglio: il ricorso contro la Ztl notturna era stato ampiamente annunciato, eppure i documenti non sono stati presentati perché non ancora pronti. E anche stavolta il ricorso è arrivato perché non c’è stata una disponibilità al dialogo, cosa che Italia Viva ha sempre sottolineato con un certo disappunto. Il sindaco ha annunciato un allargamento della giunta e speriamo che quella sia l’occasione per una messa a punto generale della macchina, bisogna remare tutti nella stessa direzione evitando i personalismi”.

Lei è stato il capogruppo del Pd per due anni, che effetto fa oggi indossare un’altra maglia?
“Il Partito Democratico è stato per anni casa mia, ho contribuito a costruire quel partito e a farlo crescere, prima da consigliere di circoscrizione, poi da vicepresidente e infine da consigliere comunale. Lì ci sono tantissimi amici a cui auguro il meglio e non rinnego niente di quella storia che sento mia, ma Italia Viva nasce per un motivo ben preciso: a un certo punto qualcuno ha pensato di rinnegare la propria storia per costruire un’alleanza organica con il M5s che è totalmente innaturale. Una cosa è stata l’emergenza della scorsa estate, quando bisognava impedire a Salvini di prendere i ‘pieni poteri’, altra è pensare a un’alleanza duratura e anche a livello locale con chi ha voluto i decreti sicurezza, con chi pensa all’assistenzialismo e non alla crescita. E poi c’è da dire che una parte del Pd ci ha sempre considerati degli ospiti indesiderati e, siccome la politica si fa col sorriso, meglio dividersi e continuare ognuno per la propria strada, senza rancori o rimorsi”. 

In primavera molti comuni del Palermitano andranno al voto: Italia Viva ci sarà?
“Partiremo dai programmi, dai contenuti, andremo nelle piazze e per le strade ad ascoltare i cittadini e a capire cosa vogliono, aprendo ai moderati e a chi ha voglia di buona politica: a quel punto sceglieremo caso per caso, anche se non ci saranno liste con il simbolo. L’importante è assicurare ai comuni una classe dirigente all’altezza delle sfide future. In questi mesi struttureremo anche il partito creando dei dipartimenti tematici, coinvolgendo militanti e persone dalle grandi competenze, con assemblee aperte e incentrate su singole materie”. 

E su Palermo?
“Ci sono ancora due anni, è presto per parlarne, ma anche nel capoluogo Italia Viva darà il suo contributo di idee e programmi e il nostro obiettivo di lungo termine è chiaro: indicare il prossimo candidato a sindaco. Abbiamo le competenze, le idee, le ricette giuste e in città ci sono i margini per la creazione di una grande alleanza fra persone responsabili”.

Pubblicato il

06 Febbraio 2020, 05:49

Condividi sui social