30 Settembre 2019, 05:56
3 min di lettura
PALERMO – Minacce, calci, pugni. Serate di fine estate concluse al pronto soccorso, tra lividi e paura. Sono quelle delle ultime due vittime di aggressioni a Palermo, avvenute nel cuore della movida cittadina, in pieno centro storico. Entrambe fanno crescere l’allarme che già durante i weekend di luglio e agosto si era fatto più forte, con due commercianti, un sedicenne e due bengalesi finiti nel mirino di bande di giovani malviventi.
Una scia di paura che si alimenta coi due episodi registrati alla Cala e in piazza Magione, a pochi metri da pub, ristoranti e pizzerie aperte fino a tarda notte. Nulla ha fatto da deterrente ai due gruppi di giovanissimi entrati in azione: nel primo caso, avvenuto in via Filippo Patti, un ventenne è stato picchiato e preso a calci dopo la serata trascorsa in una discoteca della zona.
Ad interrompere il massacro, l‘intervento degli amici del giovane, che ha riportato lesioni in varie parti del corpo, un trauma cranico e il naso fratturato. Per lui è stato necessari il ricovero in ospedale, ma sono ancora in corso le indagini della polizia per accertare cosa sia successo e il perché di tanta violenza contro il ragazzo. Dopo di lui, è stato un 37enne a denunciare agli agenti un altro atto brutale alla Magione: è stato circondato da una banda composta da quattro ragazzini, poi è stato bloccato per le braccia e minacciato. Il gruppo è riuscito ad impossessarsi del suo cellulare, ma è poi passato alla violenza, per darsi subito dopo alla fuga.
Le indagini della polizia proseguono per identificare quella che sarebbe l’ennesima baby gang che semina il panico nelle notti palermitane. Pestaggi messi a segno senza pietà, che si aggiungono agli episodi registrati nei mesi scorsi alla Vucciria, in via Candelai e, ancora una volta, nei pressi della Cala. Un altro episodio eclatante in via Maqueda: la scorsa primavera, quando un ragazzo era stato bloccato e preso a pugni da un gruppo di malviventi e aveva riportato la perforazione del timpano.
Risse e aggressioni avvenute per strada, che fanno crescere l’allarme della movida-selvaggia, in cui si muove anche il mondo sommerso delle discoteche in cui le “guerre” tra buttafuori sfociano in risse. Una squallida realtà venuta a galla dalle indagini che a metà settembre hanno fatto scattare le manette per undici persone. Mafia, movida e violenza in un unico sistema che i clan utilizzavano per controllare il territorio e lo spaccio nei locali notturni della città e della provincia. E i gestori, titolari e organizzatori delle serate che non sottostavano alle imposizioni, venivano presi di mira dagli arrestati con risse continue durante le serate e danneggiamenti.
Rientra proprio in questo contesto l’aggressione ai danni del cliente di un bar nella zona di via Messina Marine, a cui gli aspiranti buttafuori di Cosa nostra avevano sferrato calci e pugni per provocare il caos nel locale. Il titolare non aveva ceduto alle pressioni e gli uomini ufficialmente assunti dalla “Lion Security” avevano messo in scena i disordini per “fargli cambiare idea”. In seguito all’inchiesta e agli arresti, alla società che reclutava i “gorilla” è stata revocata la licenza dalla prefettura.
Pubblicato il
30 Settembre 2019, 05:56