Palme ‘uccise’ dal punteruolo| Non era una discarica: assolti

di

19 Dicembre 2019, 05:39

1 min di lettura

PALERMO – Le palme attaccate dal punteruolo rosso non potevano essere considerati rifiuti pericolosi e in ogni caso non fu colpa degli imputati se si accumularono in un terreno in via della Concordia.

Ad otto anni dall’accertamento diventa definitiva l’assoluzione dei due imputati. Sotto processo c’erano il proprietario del terreno, Francesco La Rocca, e l’imprenditore Giuseppe Palazzo.

Nel settembre 2011 quando la polizia ambientale accertò che in fondo Alfano, alla fine di via della Concordia erano stati accatastati 150 metri cubi di palme. C’erano anche carcasse di macchine e materiale edile dismesso.

Articoli Correlati

Erano l’anno dell’emergenza punteruolo rosso che decimò le piante della città. Il Comune aveva affidato il compito di tagliare e smaltire le piante alla Gesip. La società che si occupava della pulizia delle strade e della manutenzione dei cimiteri di Palermo e che aveva assorbito un grosso bacino di precari, infine dichiarata fallita, si era rivolta a due imprese, fra cui la Eurosollevamenti di Palazzo.

Il giudice Provvidenza Di Grigoli ha stabilito innanzitutto che non si trattava di rifiuti pericolosi e in ogni caso non erano stati smaltiti perché la mancanza di fondi aveva fatto saltare l’aggiudicazione del servizio. I tempi lunghi della burocrazia aveva provocato l’accumulo delle palme, di certo non era stata colpa degli imputati. Da qui l’assoluzione, chiesta dallo stesso pubblico ministero, nei confronti degli imputati difesi dagli avvocati Alessandro campo, Dario Falzone ed Enrico Tignini. Tutti assolti a distanza di otto anni dall’accertamento.

Pubblicato il

19 Dicembre 2019, 05:39

Condividi sui social