Parla la sorella di Mario Biondo: | “Le ultime parole con mio fratello”

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27 Ottobre 2013, 06:30

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PALERMO – La voce viene spezzata dalle lacrime ad ogni ricordo, ad ogni aneddoto che descrive Mario felice e proiettato verso il futuro. Un’infanzia vissuta insieme, quasi in simbiosi con la sua sorella maggiore. “Era la mia ombra”, dice Emanuela Biondo, mi ha praticamente cresciuto. Era maturo anche da piccolo, mi insegnava tutto. Aveva la testa sulle spalle e grazie alle sue virtù era riuscito a realizzare il suo sogno lavorativo”. Mario Biondo, cameraman palermitano di 31 anni, è stato trovato senza vita nel suo appartamento di Madrid sette mesi fa: secondo le autorità della capitale spagnola si è trattato di un suicidio, ma i conti da allora non sono mai tornati a chi conosceva bene Mario.

Anzitutto alla sua famiglia, che adesso spera in una svolta grazie alla decisione della Procura di Palermo che ha disposto la riesumazione del cadavere. I magistrati ipotizzano infatti il reato di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e sarà necessario un ulteriore esame approfondito sul corpo, per accertare le cause del decesso. Mario Biondo, sposato con la famosa conduttrice spagnola Raquel Sanchez Ilva, è stato trovato con una sciarpa intorno al collo, attaccata ad una libreria. Era il 30 maggio, la sua morte viene collocata intorno alle 4 del mattino.

“Soltanto poche ore prima aveva parlato con me tramite la chat telefonica – dice la sorella -. Mi aveva raccontato dei suoi progetti come spesso faceva. L’estate si avvicinava e non vedeva l’ora di andare in vacanza a Formentera. Quel giorno – aggiunge – aveva lavorato per l’ultima puntata di “Master Chef”, era felice di essere finalmente in ferie. Aveva un tono allegro e voleva comprare una fotocamera nuova, mi ha detto che sarebbe andato ad acquistarla l’indomani. Un dialogo che non può minimamente far pensare che una persona voglia suicidarsi. Mio fratello sapeva di avere davanti ancora una vita di gratificazioni, cavalcava le emozioni, aveva ancora tanta voglia di fare. E’ stato qualcun’altro a mettere fine alla sua esistenza, io e la mia famiglia ne siamo certi. Conservo la cronologia di quella conversazione come un tesoro – prosegue Emanuela Biondo – perché quelle sono le sue ultime parole”.

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Un giovane che, partito da via Oreto, dove aveva sempre vissuto con la sua famiglia, in Spagna aveva trovato un lavoro stabile, l’amore e, purtroppo, anche la morte. “Su mio fratello viene buttato fango – sottolinea Emanuela – e non permetterò che quest’ondata di falsità continui a travolgere il suo ricordo. Mario non riposerà mai in pace fino a quando la verità non verrà a galla”. La sorella del cameraman, infatti, punta il dito contro i “vizi” che la stampa spagnola ha attribuito, negli ultimi mesi, al giovane. A partire dall’uso della cocaina e dalla dipendenza dall’alcol, fino alla passione per i giochi erotici.

“Non è la persona che conoscevo io – dice – quello che viene descritto dai giornali madrileni e da alcune persone di cui preferisco non fare il nome. E’ un Mario totalmente diverso da quello che ci è stato strappato. Di un cambiamento così repentino ce ne saremmo accorti tutti, lui veniva spesso in città a trovarci ed era sempre lo stesso. Anzi, il mio fratellone era diventato migliore perché le soddisfazioni lo rendevano felice, lo stimolavano. Ci voleva tutti lì, pensava di aprire un ristorante tipico siciliano per noi”. Emanuela Biondo delinea inoltre un quadro in cui sono la serenità e la complicità a fare da sfondo: “Ci capivamo su tutto, eravamo in perfetta sintonia. E so per certo che stava lontano dalle droghe e dall’alcol, anche quando uscivamo insieme al massimo beveva una birra. Di fronte a chi cedeva si arrabbiava, amava la sua vita così com’era, non aveva grilli per la testa”.

Quella notte l’ultimo messaggio ad Emanuela è stato spedito dal cameraman alle 22. Poi, un’altra conversazione col fratello Andrea, terminata poco dopo mezzanotte. “Mi ha detto che aveva voglia di abbracciarmi, io ho risposto che mi mancava da morire. Non avrei mai pensato che non l’avrei mai più rivisto. Qualcuno gli ha fatto del male e abbiamo fiducia nella giustizia: scopriremo di chi si tratta. E lui, l’amore della nostra vita, continua a mancarci maledettamente. A darci un po’ di pace – conclude – potrà essere soltanto la verità”.

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27 Ottobre 2013, 06:30

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