09 Febbraio 2013, 15:25
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PALERMO – L’interruttore differenziale, comunemente conosciuto come “salvavita”, avrebbe potuto evitare la tragedia. La perizia disposta dalla Procura dopo la morte di Giovanna Pecorella, 25 anni, e la sua bimba di un anno e mezzo, conferma l’assenza dell’impianto di sicurezza nell’appartamento al civico 10 di via Dionisio: si sarebbe dunque verificato una dispersione di corrente che avrebbe folgorato sia la mamma che la piccola. Nessuna bruciatura sui loro corpi, ma come ha spiegato il professore Paolo Procaccianti che ieri ha effettuato l’autopsia, una scarica elettrica può non lasciare segni sulla pelle. A confermare quanto rilevato dalla perizia, saranno quindi gli esami tossicologici ed istologici, i cui risultati si conosceranno entro sessanta giorni.
Ma cosa potrebbe essere successo in quel bagno della morte? E’ certo che un filo della caldaia fosse fuori e che nella vasca si trovasse dell’acqua: un binomio pericolosissimo all’interno di un ambiente in cui non è presente un impianto elettrico che garantisce sicurezza. A sottolinearlo è il presidente degli Elettricisti di Confartigianato Palermo, Federico Zito, che stila un bilancio preoccupante sulla quantità di salvavita presenti nelle abitazioni palermitane:
“Almeno il cinquanta per cento delle case ne è sprovvisto e c’è ancora chi non sa nemmeno cosa sia. Da anni siamo impegnati in campagne di sensibilizzazione per far capire alla gente che una piccola spesa può evitare episodi terribili, ma i risultati sono scorraggianti. Il primo responsabile dell’impianto è in assoluto il padrone di casa, esorto quindi chi dà in locazione un proprio appartamento, di effettuare tutti i lavori necessari prima di affidarlo agli inquilini, i quali hanno diritto all’impianto a norma nel caso fosse obsoleto.
Nel caso di Partanna, l’assenza del salvavita – continua Zito – non avrebbe permesso la rilevazione dell’eventuale scarica: l’apparecchio interviene infatti quando la quantità di corrente in uscita è differente da quella in entrata, tamponando la dispersione. I corpi stessi delle vittime avrebbero quindi fatto da “dispersore”, assorbendo una quantità di corrente fatale. L’installazione dell’apparecchio comporta una spesa minima – precisa – si tratta di ottanta, al massimo cento euro che possono salvare la vita”.
Nel frattempo, nella borgata di Partanna tutto è fermo. I vicini, gli amici, i parenti di Alessandro, Giovanna e Rebecca, hanno atteso con ansia i risultati di un’autopsia che non ha sciolto del tutto i dubbi. Adesso la comunità è in preghiera. Anche l’associazione Magirosa di via Saline a Valdesi, si è unita al lutto del quartiere, annullando la sfilata di Carnevale, i giochi ed i balli previsti in uno spettacolo organizzato al posteggio di via Saline per domani. I funerali, invece, saranno celebrati lunedì nella chiesa di Santa Maria degli Angeli del quartiere.
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09 Febbraio 2013, 15:25