Mezzi Amia davanti alle case | I residenti: “Siamo prigionieri”

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30 Giugno 2013, 19:56

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PALERMO – Automezzi dell’Amia sporchi, aria irrespirabile ed esalazioni di miasmi dovuti al caldo estivo. La segnalazione arriva da Domenico Gambino, residente nell’area limitrofa alla sede dell’azienda, in via Matotta a Partanna Mondello, che da tempo lamenta, insieme a tutti gli abitanti della zona, la continua presenza delle camionette lasciate in sosta davanti le loro case.

“I mezzi sporchi – scrive Gambino – non potrebbero rimanere parcheggiati nel piazzale antistante le nostre case, ma nell’apposita area alle spalle del capannone.Visto che questi episodi si verificano in un centro abitato, la loro sosta dovrebbe avvenire solo se fossero puliti”. In estate la situazione peggiora di gran lunga a causa delle esalazioni dovute al caldo, con conseguente dispersione di altri inquinanti nella zona che attirano insetti e zanzare.

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“Siamo costretti a stare rinchiusi in casa e ci sentiamo prigionieri – racconta Gambino -. Non possiamo neppure aprire le finestre e non siamo liberi di fare arieggiare le nostre case, soprattutto adesso che siamo in estate”. Il cattivo odore delle esalazioni si espande in tutta la zona abitata, creando gravi disagi a tutti i residenti. Ma non solo. Il pericolo di incendio è una delle grande preoccupazioni che assale adulti e bambini che vivono nell’ansia che il caldo possa provocare danni ancora più grossi. “Qui ci sono bambini che respirano ogni giorno aria altamente inquinante – ha detto Agnese Carollo, residente in via Matotta -. Sono convinta che la frequente esposizione a questo tipo di esalazioni non faccia per niente bene soprattutto ai più piccoli. Il rischio di incendio è una paura con cui conviviamo ogni giorno, per non parlare del rischio che incombe sulle nostre case e della sciagura accadere”.

A nulla è valso il tentativo e le diverse segnalazioni fatte all’Amia dai residenti, che hanno attenzionato la grave situazione igienico-sanitaria dell’impianto, tramite l’appoggio del consiglio comunale di Palermo. Una vicenda iniziata nel 2009, che, spiega Gambino “non ha trovato ancora una risoluzione -. Tutti provvedimenti che finora non sono serviti a nulla. Malgrado la vicinanza delle nostre abitazioni al mare, siamo costretti a soffocare dentro e fuori le nostre case”.

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30 Giugno 2013, 19:56

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