Cronaca

Paziente morto dopo l’intubazione “sbagliata”, i parenti e la difesa

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11 Novembre 2022, 17:55

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PALERMO – Si erano chiusi nel dolore, poi hanno letto la cartella clinica e capito che bisognava approfondire. Sono stati i parenti di Antonino Scurria, deceduto nel 2019 all’ospedale Ingrassia di Palermo, a denunciare il presunto caso di malasanità ricostruito da Livesicilia.

La Procura contesta un grave errore nelle manovre rianimatorie effettuate sul paziente di 76 anni.
Sotto processo per omicidio colposo è finito Vincenzo Provenzano, medico di turno il giorno del decesso.

I pm ritengono che abbia sbagliato ad intubare l’anziano andato in shock anafilattico dopo la somministrazione di un farmaco. Il tubo sarebbe stato fatto passare dal’esofago e non dalla trachea, soffiando aria nello stomaco anziché nei polmoni del paziente nel tentativo di rianimarlo. Circostanza che emergerebbe dall’autopsia eseguita dopo la riesumazione della salma.

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“Causa mal posizionamento del tubo oro tracheale in esofago – annotava in cartella clinica il medico che subentrò nel turno all’imputato – si procede a estubazione e re intubazione durante le manovre cardiorianimatorie con posizionamento nelle aree previa aspirazione”. Da questo passaggio è partita la denuncia presentata dai familiari tramite gli avvocati Luigia Scarbaci, Valentina castellucci, Mauro Torti e Corrado Nicolaci.

La difesa non ci sta: “L’errore e lo shock anafilattico non emergono dall’autopsia. Abbiamo tutti gli strumenti per dimostrarlo nel corso del dibattimento”, spiega l’avvocato Mario Bellavista.

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11 Novembre 2022, 17:55

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