Pazienti dirottati in clinica privata| La prescrizione evita le condanne

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08 Novembre 2018, 11:26

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PALERMO – La prescrizione spazza via le condanna. Restano in piedi solo i risarcimenti dei danni. Si chiude in Cassazione, con un annullamento senza rinvio della sentenza d’appello, il processo sui dirottamenti dei pazienti dagli ospedali alle cliniche private.

I fatti sarebbero avvenuti tra il 2007 e il 2009. Troppo tempo è passato per arrivare a una condanna. La prescrizione è stata applicata a Maria Rosaria Valerio, oncologa del Policlinico (la condanna era di un anno e 9 mesi), Giuseppe Antonio Iannello, medico di Villa Sofia, (1 anno e 4 mesi), Maria Teresa Latteri (un anno e mezzo), Giovanni Sparacia, direttore sanitario della clinica Noto Pasqualino (un anno e due mesi). Si è estinta la condanna per Giovanni Gagliardo Di Carpinello, legale rappresentante della clinica Noto Pasqualino, nel frattempo deceduto. Erano difesi, tra gli altri, dagli avvocati Giovanni Di Benedetto, Giovanni Rizzuti, Enrico Sorgi, Ennio Tinaglia, Francesca Cellura e Nino Agnello.

Un processo che si è via via ridimensionato. Negli anni erano cadute le accuse di corruzione e concussione, riqualificate in abuso d’ufficio. Restavano solo alcune ipotesi di truffa e falso.

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Sarà risarcita in sede civile l’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello, assistita come parte civile dall’avvocato Massimo Motisi, assieme all’assessorato regionale alla Salute per le indennità che i medici hanno incassato facendo il doppio lavoro in ospedale e in clinica privata. Erano già state assolte in Tribunale le società che gestivano le cliniche Latteri (difesa dall’avvocato Fabrizio Lanzarone), Noto-Pasqualino e Maddalena.

 

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08 Novembre 2018, 11:26

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