I pentiti hanno incastrato i Santapaola: "Ecco i nomi dei reggenti"

I pentiti hanno incastrato i Santapaola: “Ecco i nomi dei reggenti”

Il clan del Castello Ursino, la mappa dei boss a Catania e il contributo dei collaboratori

CATANIA – Una storia di mafia, quella che lega il quartiere del Castello Ursino a un nome che scotta: Natale D’Emanuele, uomo d’onore degli Ercolano-Santapaola e cugino di Nitto.

Operanti nel settore delle pompe funebri, i D’Emanuele conservano un legame di sangue e non solo, con la vecchia mafia di Catania.

Un cognome che ancora oggi rievoca spessore criminale, quello di D’Emanuele, che ha accompagnato le fasi più cruente della vita del clan, ma anche quelle più tristi, come l’ultimo saluto allo ‘Zio’ Pippo Ercolano a Ognina, quando i carri funebri del cugino di Nitto attraversarono la folla immensa di amici e sodali dell’anziano boss e re dei trasporti.

I pentiti incastrano i Santapaola

Agli atti dell’operazione Mercurio eseguita dai carabinieri del Ros confluiscono i verbali di storici affiliati divenuti collaboratori di giustizia e i militari, coordinati dalla Procura, sono riusciti a unire i fili. In questo modo è venuta fuori la nuova mappa del clan, ma anche una puntuale ricostruzione dell’elenco dei boss.

Giuseppe Mirabile, collaboratore, è tra i primi a parlare del ruolo di Salvatore Mirabella. A interrogarlo è la Pm Agata Santonocito, che ha curato le principali inchieste sui colletti bianchi e cosa nostra dell’area etnea.

“Natale d’Emanele – dice Mirabile – una volta dice che se n’è uscito, una volta dice che rivuole il suo gruppo, non lo sa manco lui cosa vuole”. Mirabella assume il comando del gruppo del Castello Ursino, dopo il vecchio boss, per volere di Daniele Nizza, come confermato dall’inchiesta Efesto; nel 2016 – ricostruiscono gli inquirenti – Corrado Monaco diventa il ‘capo’ per un anno. Poi tocca a Santo Missale, fino alla scarcerazione di Rosario Bucolo, avvenuta nel 2019.

Quest’ultimo assume il ruolo di responsabile operativo fino alla scarcerazione, nel 2021, di Ernesto Marletta.

I verbali su Mirabella

A Parlare di Mirabella è il pentito Alfredo Palio: “Prima di Tomaselli – ha detto – avevo contatti più radi con Catania, perché c’erano ragazzi “giovani”, il responsabile era, infatti, Francesco Santapaola. All’epoca i catanesi avevano avuto un contrasto con Seminara e volavano uccidere Seminara. Io allora sono andato da Rindone a San Cono, l’attuale reggente della famiglia La Rocca e siamo andati a parlare con tale “Buttiglia” e con Salvatore Mirabella (con il quale RINDONE era stato detenuto) ed abbiamo aggiustato la situazione”.

A confermare il ruolo di Mirabella è anche un altro pentito, Silvio Corra, che mentre parla di Francesco Giordano, ritenuto affiliato alla famiglia La Rocca di Caltagirone, racconta di un incontro con Francesco Santapaola nel quale avrebbero parlato degli imprenditori da mettere sotto estorsione.

Santapaola e Giordano – secondo la ricostruzione del pentito – ammettono che Salvatore Mirabella ha un ruolo di primo piano nella famiglia.

Monaco e Missale

Nel 2016 e 2017 Corrado Monaco controlla il gruppo del Castello Ursino per volere di Antonio Tomaselli, reggente della famiglia catanese. Il ‘Castello’ dipende da Lineri, altro quartiere nella morsa del clan, retto da Carmelo Rannesi e Carmelo Di Stefano.

Dopo l’arresto di Monaco e la sua condanna, il gruppo passa sotto la guida di Santo Missale, come ha svelato il pentito Silvio Corra: “È fratello di Saverio Missale e sognato di Salvatore Mirabella, detto ‘Palocco’”.

Rosario Bucolo, la successione

Rosario Bucolo, dopo la scarcerazione nel 2019, diventa un reggente sottoposto a Ernesto Marletta, detenuto. Inizia a lavorare nelle onoranze funebri San Marco e dentro l’agenzia il clan si riunisce.

Anche in questo caso è il collaboratore Silvio Corra a parlare di ‘Saro’ Bucolo: “Non mi ha mai voluto incontrare per via di un disguido che abbiamo avuto negli anni precedenti e di cui ho già parlato. È attualmente reggente del gruppo di Castello Ursino. Del gruppo conosco anche Emanuele Bonaccorsi, Santo Missale e Pierpaolo Luca Di Gaetano“.

Ma nell’operazione Mercurio non c’è solo un livello militare, nel mirino degli investigatori sono finite 19 persone, inclusi il deputato regionale Giuseppe Castiglione e il consigliere comunale di Misterbianco Matteo Marchese.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI