09 Gennaio 2018, 15:21
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PALERMO – Stava molto male e doveva essere sentito in contraddittorio, cioè in presenza degli avvocati della difesa. Ecco perché diventano inutilizzabili le dichiarazioni di Lorenzo Cimarosa al processo che vede imputato l’ex consigliere comunale di Castelvetrano, Calogero Giambalvo.
La Corte d’appello presiedita da Mario Fontana ha accolto la tesi degli avvocati Roberto Tricoli, Massimiliano Miceli ed Enzo Salvo. Il collegio non terrà conto delle parole di Cimarosa, oggi deceduto, cugino di Matteo Messina Denaro. Si sapeva che la malattia che lo aveva colpito lo avrebbe portato alla morte, ma la pubblica accusa non lo fece ascoltare con la formula dell’ incidente probatorio che dava la possibilità di difendersi alle persone da lui tirate in ballo.
Giambalvo in primo grado è stato assolto dall’accusa di mafia. Successivamente arrivarono le dichiarazioni accusatorie di Cimarosa, che però non potranno essere utilizzate. Giambalvo, che si vantava di avere incontrato Messina Denaro, è sotto processo anche a Trapani per una tentata estorsione di cui sarebbe stato il mediatore. È la stessa inchiesta che si è chiusa nei giorni scorsi con la condanna di due imputati con il rito ordinario.
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09 Gennaio 2018, 15:21