18 Dicembre 2013, 16:29
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PALERMO – Quando tutto sembrava destinato ad un ennesimo spreco in salsa siciliana si è segnato il cosidetto gol in zona ‘Cesarini’. Il nuovo impianto sciistico di Piano Battaglia si farà e si farà con i fondi provenienti dall’Unione Europea. Il protagonista della vicenda è proprio il noto impianto sciistico delle Madonie, struttura d’elite negli anni ’70 e ’80, che nell’ultimo decennio ha registrato un drastico calo delle presenze a causa del mancato ammodernamento della stazione. Per risolvere questo problema, dopo la definitiva chiusura dell’impianto datata 2006, nell’ottobre del 2012 l’allora Giunta della Provincia di Palermo, presieduta da Giovanni Avanti, diede il via libera al bando per il rifacimento degli impianti di risalita dal costo complessivo di 4 milioni di euro, di cui 3 milioni e 50 mila finanziati dalla Regione grazie ai fondi comunitari e 950 mila euro a carico di privati che si aggiudicherebbero anche la concessione degli impianti fino a un massimo di 30 anni.
Fin qui tutto bene. Peccato che proprio da quell’ottobre del 2012, mese in cui lo stesso presidente Avanti stabilì in 365 giorni il termine massimo per la costruzione dei nuovi impianti, ritardi e continui rinvii hanno ostacolato qualsiasi via libera nel comprensiorio madonita. Nemmeno l’interessamento dell’Ente Parco delle Madonie e di varie associazione costituitesi nel frattempo (Pro Piano Battaglia e Madonie per citarne alcune) riuscirono a sbloccare i lavori di realizzazione di una nuova seggiovia e di uno skilift. Il primo bando, risalente al 16 marzo 2013, venne infatti completamente disertato mentre solo a luglio scorso qualcosa iniziò a muoversi.
L’appalto viene assegnato a settembre alla Piano Battaglia Srl, una partecipata della Finotello Srl azienda leader negli impianti sciistici in Piemonte ed unica a partecipare al bando, che si prende l’onere di costruire una seggiovia biposto (Mufara) da 750 persone l’ora e uno skylift monoposto (Mufaretta) con le attrezzature accessorie e tutti gli impianti tecnologici. Quando tutto sembra puntare dunque ad un felice epilogo dell’iter burocratico spunta però il ricorso di Mediterranea Ambiente, associazione ambientalista di Messina preoccupata dall’impatto sull’ecosistema che la costruzione dell’opera avrebbe portato. Superato anche questo ostacolo l’Urega (Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici) convoca due commissioni per sbloccare la situazione entro l’ultimo termine stabilito, quello del 31 dicembre 2013, pubblicando però solo una comucazione di rinvio a data da destinarsi delle operazioni di gara.
L’intricata matassa, ingigantita dalle ragionevoli paure e lamentele dei proprietari delle strutture ricettive presenti a Piano Battaglia, si trascina dunque stancamente fino ai giorni nostri, per la precisione a due settimane proprio dal fatidico 31 dicembre. “La Provincia chiese una proroga di uno o tre mesi per scongiurare la perdita di quei fondi – ci dice Andrea Di Piazza, che negli ultimi anni ha curato l’informazione online su Piano Battaglia (www.pianobattaglia.it) con una relativa pagina facebook – ma non sappiamo se esista in realtà la documentazione relativa a questa richiesta. L’attuale impianto ha superato ormai i trent’anni d’operatività e dal 2006 non è praticamente più in funzione. Gli albergatori e in genere i proprietari d’attività del comprensorio vorrebbero capire che intenzioni ha la Regione nei confronti di Piano Battaglia”.
Ad unirsi alla denuncia è infine anche il consiglio comunale di Petralia Sottana con una seduta d’emergenza convocata sabato scorso. “Mancano ormai pochi giorni – ha affermato il primo cittadino Santo Inguaggiato – al 31 dicembre, data in cui verranno ritirati i fondi europei. Ecco perchè seguiremo con grande apprensione quella che rappresenta un’occasione d’oro per la nostra stazione sciistica”. Il rinnovo dell’impianto di Piano Battaglia, volano da sempre dell’economia della zona, rappresenterebbe infatti una boccata d’ossigeno per una serie di strutture ricettive storiche come il Rifugio Marini, l’Ostello della Gioventù, il Ristoro dello Scoiattolo, la Baita del Faggio e l’albergo Pomieri.
A portare una schiarita nella vicenda è stata però l’odierna audizione in commissione Territorio e Ambiente dell’Ars richiesta da Fabrizio Ferrandelli. Proprio il deputato del Pd, dopo le richieste presentate dai tantissimi operatori della zona e dai sindaci dei comuni limitrofi proprio a Piano Battaglia, ha posto all’ordine del giorno il salvataggio degli importanti fondi comunitari: “Alla riunione erano presenti tutte le parti interessate – ha detto Ferrandelli -, l’assessore al Turismo Michela Stancheris, quella al Territorio Maria Lo Bello e il Commissario straordinario della Provincia di Palermo Domenico Tucci oltre ovviamente alla rappresentanza degli amministratori madoniti e di alcune associazioni ambientaliste. La volontà comune è quella di portare avanti i lavori per Piano Battaglia insediando, già dalla prossima settimana, una commissione interdipartimentale nei vari assessorati affinchè entro il 31 dicembre si presentino tutte le carte in regola per lo sblocco definitivo dell’impianto”.
“L’assegnazione dei lavori e la costruzione del moderno impianto di risalita – conclude Ferrandelli – porterà un indubbio vantaggio ad una zona turistica che possiede ben 15mila posti letto e che purtroppo, negli ultimi anni, ne ha sfruttati solo il 30 percento. Il tavolo di oggi ci ha dato la certezza della copertura finanziaria per l’importante struttura delle Madonie e quindi anche dal punto di vista burocratico-amministrativo ci aspettiamo che vada tutto per il meglio. Voglio sottolineare l’ostinazione di chi vive in quel territorio nel non perdere un finanziamento del genere e la grande mano fornita dal presidente della commissione Ambiente Trizzino nel raggiungimento di questo risultato”. Piano Battaglia sembra dunque aver ricevuto le risposte che merita, seppur con la scadenza del 31 dicembre ormai dietro l’angolo. Un sospiro di sollievo per gli operatori del turismo che potranno veder rifiorire quella che, vent’anni prima, era la metà preferita dai palermitani nel periodo invernale.
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