CASTELVETRANO (TRAPANI) – “Conclusione del procedimento di messa fuori esercizio, ulteriore riduzione dei livelli di invaso”. Con questo oggetto scritto nella lettera inviata alla Regione Siciliana il ministero delle Infrastrutture ha disposto la messa fuori esercizio della diga Trinità a Castelvetrano (Trapani), mediante la progressiva riduzione dei livelli idrici. Un paradosso se si pensa che la pioggia di questi giorni avrebbe potuto riempire l’invaso.
La lettera del ministero
I livelli massimi autorizzati d’accumulo sono ora da 50 a 54 metri sul livello del mare, il resto dell’acqua dovrà essere sversata fuori. La lettera, inviata anche alla prefettura di Trapani e alla protezione civile regionale, chiarisce quali sono stati i passaggi tra ministero (proprietario dell’invaso) e la Regione (gestore).
La situazione della diga Trinità
A partire dall’aprile 2024 il ministero ha avviato il procedimento per l’ulteriore limitazione nell’accumulo o la messa fuori esercizio dell’invaso, dando, però, la possibilità alla Regione – come gestore – di far pervenire, entro 20 giorni le proprie osservazioni in merito a eventuali elementi di valutazione aggiuntivi. Il dipartimento regionale ha chiesto la sospensione del procedimento al ministero, dando, nel frattempo, incarico a un gruppo di tecnici per gli studi di rivalutazione della sicurezza sismica della diga.
Questi elementi aggiuntivi, però, non avrebbero aggiunto nulla sulle condizioni della diga che nella lettera viene indicata con “gravi carenze di sicurezza in condizioni statiche, sismiche e di piena”, ma anche con “gravi carenze di manutenzione e sicurezza con possibilità raggiungimento di stati limite ultimi anche in assenza di sisma”.
Dal 2022 a oggi la diga Trinità è stata gestita “in esercizio limitato”: la quota autorizzata d’accumulo è stata fissata a 62 metri sul livello del mare con l’obbligo di tenere aperte le paratie di superficie, “per le gravi criticità e carenze manutentive rilevate nell’ambito dell’attività di vigilanza del gestore”. Il ministero, nella lettera, ha lasciato uno spiraglio: “il presente provvedimento (di messa fuori esercizio, ndr) potrà essere riesaminato a seguito della progettazione ed esecuzione di interventi di incremento della sicurezza della diga”.
Ciminnisi (M5s) presenta una interrogazione
Sulla vicenda la parlamentare del M5s all’Ars, Cristina Ciminnisi, ha depositato una richiesta di audizione urgente in Commissione “perché migliaia di ettari di vigne e olivi ed altre pregiate colture nel Belice – ricorda – rischiano di rimanere a secco”. Ciminnisi avverte: “La diga Trinità senza acqua vuol dire il tracollo di un pezzo importante della economia dell’intera provincia di Trapani”.
L’interrogazione è rivolta al presidente della Regione e agli assessori per i Servizi di pubblica utilità e all’Agricoltura. “Le paratie della diga – dice Ciminnisi – sono aperte da giorni e l’acqua delle ultime piogge, attese per placare la siccità, sembra siano state scaricate in mare. Il livello dell’acqua nell’invaso si sta abbassando ben al disotto dei limiti di sicurezza già imposti dall’Ufficio dighe del Ministero per le Infrastrutture. Tutto sembra convergere sulla ipotesi di ‘messa fuori esercizio’ del bacino, e la crisi idrica ed economica dell’agricoltura del comprensorio rischia di tramutarsi in una bomba sociale”.
“Il governo Schifani sia chiaro con gli agricoltori – continua la deputata M5S -. L’ipotesi di definitiva chiusura è vera? In caso di messa fuori esercizio della diga, i nostri agricoltori dove prenderanno l’acqua per irrigare i campi? Domande legittime e risposte doverose che comunque – conclude Ciminnisi – non cancelleranno le fallimentari politiche di gestione dell’acqua del passato e, da ultimo, dalla inconsistente cabina di regia avviata dal presidente Renato Schifani”.
Safina (Pd); “Perché la Regione non ha risposto al ministero?”
Interviene anche il deputato del Pd Dario Safina. “Perché la Regione non ha fornito gli elementi richiesti dal ministero? Chi deve rispondere di questa grave negligenza?”. Sono gli interrogativi espressi dal parlamentare una volta appresa la notizia. “Quanto avvenuto rappresenta un colpo durissimo per il nostro territorio – ha detto Safina – è inconcepibile che, nonostante l’arrivo della stagione delle piogge, si continui a ignorare l’importanza di questa infrastruttura strategica per la nostra agricoltura e vitivinicoltura”.
E aggiunge: “Già dallo scorso luglio si sapeva che la diga non era pronta, eppure nulla è stato fatto. Né interventi concreti né risorse sono mai state stanziate per mettere in sicurezza la struttura. Questa grave mancanza di programmazione e attenzione rischia di lasciare migliaia di famiglie e aziende senza acqua, aggravando una crisi idrica che il nostro territorio non può più permettersi”.