Piscina, solarium e… pizzo | Estorsioni a San Lorenzo

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30 Gennaio 2018, 05:53

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PALERMO – Gli sposini si fecero costruire la piscina e il solarium nella villa in ristrutturazione a Capaci. Alla fine, grazie all’intervento del “tunisino”, pretendevano che l’imprenditore gli restituisse cinque mila euro che a fatica era riuscito a farsi pagare.

La villa in questione è di proprietà di Bartolo Mancuso, mentre il tunisino è Amhed Glaoui. Sono finiti entrambi in carcere assieme a Giuseppe Biondino, considerato il reggente del mandamento di San Lorenzo. Mancuso è accusato di estorsione, mentre Glaoui è il primo tunisino affiliato a Cosa nostra. Mancuso è stato subito rimesso in libertà dal giudic per le indagini preliminari che non ha convalidato il fermo.

L’imprenditore capì che le cose per lui si mettevano male quando sentì i futuri sposi dire che al matrimonio avrebbe partecipato un “malandrino mafioso di Partanna… il tunisino”.

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Iniziò un tira e molla sui soldi, fino a quando l’imprenditore non si rivolse ai carabinieri. Il suo telefono finì sotto intercettazione: “… ma tu mi devi pagare il conto dei lavori che ti ho fatto a casa”. Mancuso aveva un’altra idea: “… te ne devi andare… vuoi morire o mi dai la piscina… sono tre le cose… ora rimedi non ce n’è più… perché sei spione e carabiniere”; “Io ti ho fatto un preventivo di ventidue mila euro ed è scritto – replicava l’imprenditore – vedi che ci sono operai messi in regola che hanno lavorato a casa tua e fotografie”. “Lo spione che sei… vai a denunciarmi sbirro…. perché te la metto in….”, diceva Mancuso prima di chiudere la conversazione. Lo stesso Mancuso, e questa è un’altra contestazione, avrebbe anche preteso che l’imprenditore affidasse alcuni sub appalti a un suo amico, “lo zio Ciccio” che come caratteristica aveva il fatto di “essere uscito da poco dal carcere”.

Non è l’unica estorsione contestata ai boss di San Lorenzo. Alcun sono state ricostruite dal neo pentito Sergio Macaluso. A cominciare da quella ai danni della pizzeria “La Braciera” dei fratelli Cottone che, come loro stessi hanno reso pubblico, hanno fatto arrestare gli esattori del racket. I mafiosi avevano anche messo gli occhi sulla pizzeria che i Cottone gestiscono all’interno di Villa Lampedusa. Ed ancora: titolari di un’altra nota pizzeria e di una rinomata pasticceria, “i fratelli gioiellieri” che ad un certo punto rischiarono di essere picchiati, “un costruttore che stava lavorando in via Castelforte” e una raffica di agenzie di scommesse.

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30 Gennaio 2018, 05:53

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