21 Giugno 2018, 06:00
5 min di lettura
PALERMO – Oltre 170 posti letto in più rispetto a quelli attivi nel 2016. E circa 150 unità complesse in meno: cioè meno poltrone da primario. La nuova rete ospedaliera siciliana voluta dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza ha finalmente un volto. E anche qualche novità. A cominciare da quella annunciata pochi giorni fa dallo stesso presidente della Regione Nello Musumeci: “Avevamo assunto – ha detto – un impegno in campagna elettorale: restituire a Giarre un ospedale classificato come presidio di base. Avevo dato questa indicazione all’assessore alla Salute che ha già pronta la proposta di delibera sulla Rete ospedaliera. Mi fa piacere confermare che dalla Regione Siciliana verrà prevista la re-istituzione del presidio ospedaliero di Giarre, con un proprio pronto soccorso”. E così sarà. Almeno se la rete reggerà adesso il vaglio della commissione Salute dell’Ars, dove dovrà sottoporsi a un esame e al voto. Dopo il confronto con i sindacati, previsto già per le prossime ore.
Più posti letto, meno primari
Cosa cambierà, quindi, nella sostanza? La rete che ha ricevuto l’ultima revisione meno di 48 ore fa, si muove all’interno dei paletti fissati dal decreto 70 del 2015 del ministero della Salute. E prende le mosse, in parte, dall’ultimo documento sottoscritto dal governo Crocetta e dall’assessore Gucciardi. Si parte da lì, insomma, ma non mancano le novità.
Intanto, come detto, l’approvazione della rete dovrebbe consentire l’attivazione di 170 posti letto in più: dai 16.336 attivi al primo gennaio del 2016 ai 18.051 già previsti dalla precedente programmazione. La vera novità, rispetto agli anni passati, sarà la distribuzione dei posti tra “acuti” e “post-acuti”: i primi notoriamente più redditizi per i privati, a differenza dei secondi (quelli per la lungodegenza). I posti letto per acuzie crescono di poco (264), mentre quelli per le lungodegenze di molto (1.451 in più).
Scenderanno, invece, le Unità complesse, cioè le strutture guidate da primari: dalle 1024 previste dalla rete del governo Crocetta alle 873 previste nel documento di Razza.
Primo livello, secondo livello, presidi di base
Nella nuova rete, è confermato il modello che suddivide gli ospedali gerarchicamente in Dea di secondo livello (strutture altamente specializzate e integrate), Dea di primo livello (grossi ospedali che dispongono di aree di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza), presidi di base (sono quelli che mantengono almeno quattro unità operative come i pronto soccorso, la chirurgia generale, la medicina generale e l’ortopedia), ospedali in zone disagiate (dispongono delle strutture di base per affrontare le emergenze).
Il Bacino Palermo-Trapani
Confermato anche in questo documento la “separazione” tra gli ospedali palermitani Villa Sofia e Cervello: saranno entrambi Dea di I livello. Le strutture di massima dimensione saranno invece l’Arnas Civico e il Policlinico, entrambi ovviamente di Palermo. Il “Giglio” di Cefalù è confermato Dea di primo di livello, così come l’Ingrassia. Restano quindi, come “presidi di base” solo gli ospedali di Partinico e Termini Imerese, mentre vengono confermati come presidi in zone disagiate quelli di Corleone e Petralia Sottana.
Tutto confermato a Trapani, dove diventa “Dea di primo livello” l’ospedale di Marsala che farà quindi compagnia agli “Ospedali riuniti” di Trapani e Salemi. Confermati come ospedali di base quelli di Mazara del Vallo, Castelvetrano e Alcamo. Presidio in zona disagiata resta quello di Pantelleria.
Il Bacino di Catania-Ragusa-Siracusa
Come detto, una delle novità della rete è presente nella distribuzione degli ospedali nel Catanese. Giarre si “stacca” dall’ospedale di Acireale col quale, stando alla rete del governo Crocetta, avrebbe dovuto formare un unica struttura, perdendo così il pronto soccorso. Giarre sarà invece un presidio “riconquistando”, appunto, il pronto soccorso. Per il resto, tutto come previsto un anno fa: i tre Dea di secondo livello saranno il “Cannizzaro”, il “Garibaldi” e il Policlinico. I Dea di primo livello saranno il “Gravina” di Caltagirone e l’ospedale riunito Acireale-Giarre. I presidi di base, oltre a quello di Giarre saranno quelli di Biancavilla e Paternò che quindi scongiureranno la chiusura, mentre la struttura di Militello Val di Catania viene “promossa” a ospedale in zona disagiata insieme a quello di Bronte.
In provincia di Ragusa sarà Dea di primo livello l’ospedale di Modica-Scicli. Si aggiunge a quelli di Ragusa e di Vittoria-Comiso. A Siracusa gli ospedali di maggiori dimensioni (Dea di primo livello) saranno l’Umberto I del capoluogo e l’ospedale di Avola-Noto. Quello di Lentini viene indicato come ospedale di base, mentre il “Muscatello” di Augusta resiste come presidio in zona disagiata.
Il Bacino di Messina
Una novità anche nella provincia dello Stretto: difende il proprio pronto soccorso l’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto che diventa un presidio di base. La struttura infatti verrà “divisa”, rispetto alla rete prevista dal governo Crocetta, dall’ospedale “Generale” di Milazzo che rimane comunque Dea di primo livello insieme al Bonino Pulejo-Piemonte, al San Vincenzo di Taormina, al Papardo di Messina e all’ospedale di Barcellona-Milazzo. La struttura di massime dimensioni, però, per tutte queste, sarà il Policlinico del capoluogo. Confermati come “presidio di base” invece gli ospedali di Sant’Agata di Militello e Patti. Tra gli ospedali “in zona disagiata” quello di Lipari e l’ospedale di Mistretta.
Il Bacino Agrigento-Caltanissetta-Enna
A Caltanissetta si trova la struttura di massima dimensione: la Dea di secondo livello è infatti l’ospedale “Sant’Elia” del capoluogo nisseno. Confermato l’ospedale di Gela come Dea di primo livello. Da questo, già nel documento approvato dal governo Crocetta, erano già stati separati l’ospedale di Mazzarino confermato struttura in zona disagiata insieme a quella di Mussomeli e Niscemi.
Ad Agrigento, insieme alla Dea di primo livello del “San Giovanni di Dio”, confermato l’ospedale riunito di Sciacca e Ribera. Conferme anche per i presidi ospedalieri di base di Canicattì e Licata (avranno quindi il loro pronto soccorso). A Enna, l’Umberto I si era già “staccato” dagli ospedali di Piazza Armerina e Leonforte e sarà l’unica Dea di primo livello. Le altre due strutture diventeranno rispettivamente ospedale di base (insieme a quello di Nicosia) e ospedale “in zona disagiata”.
L’iter, i tempi, i concorsi
Già nelle prossime ore, l’assessore regionale Razza incontrerà i sindacati per illustrare il dettaglio del nuovo documento. Poi servirà un passaggio attraverso la commissione Salute all’Ars: lì, il rischio che le recenti tensioni politiche possano esplodere. Superato questo scoglio, servirà il decreto dell’assessore, quindi il via alla nuova Sanità del governo Musumeci. E probabilmente, via anche al percorso che dovrà condurre ai tanto attesi concorsi.
Pubblicato il
21 Giugno 2018, 06:00