Pizzo e soprusi agli immigrati| L’ombra di un omicidio a Ballarò

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27 Maggio 2016, 09:51

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PALERMO – “Io come gli altri abbiamo paura di loro perché hanno le pistole e usano i coltelli”, racconta uno degli immigrati del Bangladesh vessati dal clan Rubino. E tira fuori la storia di un possibile omicidio commesso alcuni anni fa per le strade di Ballarò.

L’ipotesi è che potrebbe non essere stato un accoltellamento al culmine di una lite fra extracomunitari sfociata in tragedia con la morte di Hussein Sargar, collaboratore domestico. Aveva 27 anni.

“Mi sono ricordato un episodio che risale a circa tre anni fa – racconta uno degli immigrati che hanno denunciato il gruppo di palermitani – in cui è morto accoltellato un ragazzo del Bangladesh. Una notte estiva forse del 2013, il ragazzo veniva accoltellato alla pancia e rinvenuto cadavere dai carabinieri all’angolo tra via Maqueda e via San Giosafat. Nel quartiere – aggiunge – gira la voce che sia stato Santino Rubino con alcuni rumeni, ma io non ho assistito ai fatti”.

Santino Rubino è uno dei nove arrestati dalla Squadra mobile della polizia. Il piccolo commerciante sa pure che al delitto potrebbe avere assistito un testimone. Parla di “un mio connazionale che lavorava in un internet point vicino il luogo del delitto. Inizialmente era una loro vittima, infatti i Rubino più volte lo hanno picchiato pesantemente procurandogli delle fratture alle mani, alle braccia e alle gambe. Adesso, invece, è diventato un loro referente, appena sente o vede qualcosa corre e riferisce a qualcuno del gruppo”. Si tratterebbe di un uomo senza fissa dimora e che “non sta bene con la testa”. Il commerciante ne ha fornito una descrizione ai poliziotti che, coordinati dai pm Demontis e Petrigni, ora lo stanno cercando.

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27 Maggio 2016, 09:51

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