12 Settembre 2019, 18:17
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CATANIA – “Non stupisce più di tanto che la pubblica accusa abbia confermato un orientamento che peraltro persegue da quasi dieci anni. Sono fiducioso che si affermerà la mia correttezza rispetto ai fatti, che sono ben diversi da quelli teorizzati dalla Procura, che per dovere d’ufficio è chiamata a svolgere proprio questa funzione di sostenere la tesi accusatoria”. Così il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, sulla richiesta di condanna a 4 anni e tre mesi per peculato avanzata dalla Procura al Tribunale di Palermo a conclusione dell’arringa del processo per ‘spese pazze’ all’Ars. “Spiace, semmai, constatare – aggiunge Pogliese – che nonostante le evidenze dibattimentali lo abbiano dimostrato con chiarezza, si sia deciso di non tenere conto che i rimborsi sono stati da me anticipati, per pagare contributi previdenziali e stipendi ai dipendenti del gruppo parlamentare dell’Ars, e quelli spesi per fatti personali, in realtà, ne sono solo un parziale recupero dell’onerosa anticipazione effettuata. Caso assolutamente unico nella storia parlamentare; una circostanza – conclude – di cui non si può non tenere conto in un giudizio della magistratura giudicante che sono certo sarà sereno, trasparente e ancorato alla realtà oggettiva”.
(ANSA).
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12 Settembre 2019, 18:17