17 Settembre 2013, 06:00
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PALERMO – Denunce in Procura, intimidazioni, sospetti e per finire la contestatissima nomina di un primario. Il commissario Giacomo Sampieri ha scelto Matteo Tutino per guidare nei prossimi cinque anni il reparto di Chirurgia plastica generale e maxillo facciale del centro traumatologico Villa Sofia di Palermo. Il clima già teso è diventato incandescente.
Chi è rimasto fuori non se ne starà con le mani in mano. I ricorsi sono già pronti e contesteranno sia il metodo che la legittimità della scelta di Tutino il cui arrivo a Palermo aveva già creato mugugni in corsia. Uno dei candidati al concorso, Dario Sajeva, aveva diffidato il commissario prima che Tutino venisse nominato denunciando vizi procedurali. In sostanza, ritiene che la riapertura dei termini del concorso, datata dicembre 2011, sarebbe avvenuta sfruttando un escamotage. Ovvero, la necessità di dovere inserite fra i titoli da valutare anche quelli in lingua inglese.
I ricorsi che stanno per partire, invece, proveranno a smentire ciò che il concorso ha sancito e che il commissario Sampieri ribadisce con forza: “Tutino era il candidato con il curriculum migliore”. Gli esclusi ritengono che fra i titoli che gli hanno spianato la strada c’è, dopo quella presa a Catania, una ulteriore specializzazione ottenuta all’estero – in America per la precisione – che non avrebbe valore in Italia. Specializzazione che, però, a detta della direzione, non farebbe parte dei titoli presi in considerazione.
Il commissario Sampieri non si sorprende dei ricorsi. Li considera quasi fisiologici. Si sorprende, però, che prima d’ora nessuno avesse sollevato dubbi o perplessità sulle procedure. A cominciare dalle delibere pubbliche con cui, un anno e mezzo fa, erano stati ammessi i candidati. Perché tutti questi rilievi adesso ? Forse per via dei rapporti fra Tutino e Sampieri. Tutino ha lavorato a Caltanissetta quando Sampieri era manager dell’Asp nissena. Ed è stato Sampieri, pochi giorni dopo essere arrivato a Villa Sofia su nomina del governatore Rosario Crocetta, a volere Tutino in comando all’ospedale palermitano. Non è tutto: perché Tutino non ha mai nascosto la sua amicizia con Crocetta. Per la verità neppure la sua conoscenza con Antonio Ingroia e le cure prestate all’ex presidente Totò Cuffaro.
Del sospetto che dietro la nomina di Tutino a primario ci sia lo zampino della politica Sampieri non vuole proprio sentire parlare. E ricorda che i candidati idonei al concorso sono stati scelti nel 2012, quando lui a Palermo non era neppure arrivato. Così come non si era ancora insediato all’Asp di Caltanissetta quando Tutino vi arrivò dal Policlinico di Palermo. Per la cronaca siamo nel luglio 2012 quando il governatore era ancora Raffaele Lombardo. Sampieri rivendica, però, la scelta di averlo voluto a Villa Sofia in comando dopo avere lavorato con lui alcuni mesi al Sant’Elia di Caltanissetta. Riteneva e ritiene che la sua presenza in città potesse fare aumentare la produttività. In termini di Drg, e cioè di complessità di interventi, e non di numero di pazienti.
Sono spiegazioni che difficilmente riusciranno a convincere gli esclusi dal concorso a cui hanno partecipato, oltre a Tutino, anche Dario Sajeva, Francesco Mazzola, Maria Antonietta Inzerillo e Roberto Pirrello. Alcuni di loro hanno già fatto richiesta di accesso agli atti del concorso preceduto dalle polemiche prima ancora che se ne conoscesse l’esito. Nessuno in corsia, infatti, aveva gradito l’arrivo di Sampieri da Caltanissetta in un momento in cui, dicono, il reparto era produttivo e non c’erano criticità che giustificassero il nuovo innesto.
E così quando ad aprile fu trovata la colla attak nella serratura della stanza di Tutino i colleghi gli espressero solidarietà, ma presero le distanze dalla gestione del reparto. Tutino, dal canto suo, aveva collegato l’intimidazione alla sua scelta di bloccare l’acquisto di attrezzature per più di un milione e trecentomila euro. A fine luglio un nuovo episodio di cronaca: la caposala Cristina Rappa trovò dentro un armadio dell’ambulatorio una ventina di kit per operare lo scafoide, viti per la ricostruzione cranio-facciale più alcuni set per osteotomie. Materiale per migliaia di euro che, secondo la direzione, non sono mai passati dalla Farmacia. Falso, dicono i medici che sono finiti sotto accusa e oggi dovranno presentarsi davanti alla commissione disciplinare. A completare il quadro, la denuncia che uno di loro ha presentato in Procura, descrivendo un anomalo incremento di interventi di chirurgia estetica che nulla avrebbero a che fare con la chirurgia plastica.
La polemica, dunque, è servita. Chissà se alla stessa maniera si infiammerà attorno alla nomina di Patrizia Ajovalisit. Da oggi è lei il nuovo primario del Pronto soccorso pediatrico. Per coprire il posto alla Chirurgia vascolare, invece, si dovrà attendere il primo ottobre.
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17 Settembre 2013, 06:00