12 Dicembre 2023, 18:11
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PALERMO – Il quarto emendamento annunciato dal governo nazionale sulla manovra rimodula i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto e vincola una buona fetta dei fondi sviluppo e coesione (Fsc) destinati alla Sicilia. L’emendamento prevede una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi, su un totale di circa 11,6 al 2032. Le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni arrivano dalla quota destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dalla parte che era stata assegnata alla Calabria e alla Sicilia.
Le due regioni interessate dall’opera contano insieme 9,4 miliardi di fondi Fsc (6,6 quelli stabilititi dal Cipess per la Sicilia) su una torta complessiva di 32,4 miliardi. La modifica approntata in manovra finisce per vincolare 1,6 miliardi di queste risorse soltanto per il ponte sullo Stretto. Scenderebbe così la disponibilità per altri interventi per infrastrutture e trasporti. Alcuni giorni fa era stata la Regione Siciliana ad annunciare una riduzione del proprio contributo per il ponte sullo Stretto. La giunta Schifani prese atto che nell’attività di programmazione degli interventi del Piano sviluppo e coesione (Psc) 2021-2027 in Sicilia “dovranno essere inserite alcune delle opere già programmate dal precedente esecutivo regionale, nonché altri nuovi interventi di forte impatto economico e strategico”.
“Ponte forse, ma intanto scippano risorse a Sicilia e Calabria: ecco svelato il bluff di Meloni, Salvini & Co”, attacca il segretario del Pd Sicilia e capogruppo dem in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo. “Dopo mesi di propaganda, riesumando progetti anacronistici e società decotte senza mai dire da dove intendevano pescare le ingenti risorse necessarie, oggi con un emendamento gettano definitivamente la maschera – aggiunge -. Questi signori pensano di potere realizzare un’opera di interesse nazionale rimodulando i fondi di coesione per Sicilia e Calabria e riducendo gli oneri a carico dello Stato”. Barbagallo parla di “un autentico furto per Calabria e Sicilia, che già erano state penalizzate dalle revisione del Pnrr, con l’esclusione di numerosi progetti che sarebbero stati garantiti dallo stesso Fsc. Il più classico dei giochi delle tre carte o – conclude -, per usare espressioni più care alla cultura di questo governo, una riedizione della storiella dei carri armati di Mussolini”.
Criptico il commento di Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione Siciliana e fondatore di quel Movimento per l’autonomia che ha fatto del ponte un pilastro della propria battaglia politica: “Dal momento della fondazione del Mpa abbiamo creduto nel Ponte sullo Stretto come scommessa e speranza per un futuro di sviluppo e di benessere, come sfida ai nostri vizi, come impegno per un’assunzione di responsabilità, presupposto essenziale per una politica autonomistica che valorizzi finalmente lo Statuto – dice -. Vediamo che Matteo Salvini ci crede e fino in fondo. E con lui il governo presieduto da Giorgia Meloni. Bene, molto bene! Le risorse per completare il sistema infrastrutturale verranno, se lo vorremo. Oggi è la sconfitta dei ricattucci, delle minaccette e delle squallide manovre!”.
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12 Dicembre 2023, 18:11