06 Marzo 2017, 08:30
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PALERMO – Gli episodi che hanno deciso Torino-Palermo mettono ancora una volta in evidenza i tanti errori commessi durante le battute finali della gestione Zamparini, salvo clamorosi colpi di scena destinata a chiudersi nelle prossime settimane. Da una parte Posavec e dall’altra Belotti: il portierino croato sbaglia il possibile e l’impossibile e il centravanti granata lo punisce senza pietà. Da una parte quello che, secondo il patron uscente, rappresenta il miglior numero uno avuto durante i tre lustri da presidente (dichiarazione rilasciata alla vigilia della gara d’andata, in occasione delle mille partite dei rosanero in serie A) e dall’altra un attaccante frettolosamente considerato non più utile alla causa del Palermo, svenduto al netto di una plusvalenza di poco conto e adesso capocannoniere del massimo campionato nonché punto di riferimento indiscutibile per la Nazionale di Ventura.
Tornando al ruolo di portiere, pare quantomeno complicato mettere Posavec sullo stesso piano di veri totem quali sono stati, negli anni, Jimmy Fontana, Totò Sirigu e Stefano Sorrentino, con quest’ultimo che nella passata stagione ha contribuito in maniera fondamentale alla salvezza del club di viale del Fante. Quest’anno c’è Posavec, con il bagaglio di interventi di qualità e papere colossali. La gogna dell’incertezza sui risultati di una squadra che, pur con limiti strutturali notevoli, con un guardapali più affidabile e qualche punto in più perso per strada avrebbe potuto giocarsi diversamente le proprie carte al tavolo di una lotta per la permanenza così povera di contenuti da mettere in discussione il format di un campionato a venti squadre che dopo le prime giornate si frammenta in sottocategorie sin troppo eterogenee per spettacolo e qualità garantita.
In tutto questo, a Torino non si è visto alcun rappresentante del fondo angloamericano chiamato a risollevare le sorti del Palermo. Quella di Zamparini pare sia stata una semplice battuta, in attesa di passare agli argomenti seri di un avvicendamento al timone che dovrebbe essere illustrato nei prossimi giorni nel corso di un’attesissima conferenza stampa. Mandata in archivio la diciottesima sconfitta stagionale, le batoste del campo tornano sullo sfondo per lasciare spazio alle aspettative di rilancio del club. L’Empoli rimane a sette punti ma tra sei giorni al “Barbera” sarà di scena la Roma di Spalletti, ferita nell’orgoglio a causa della doppia sconfitta contro Lazio in coppa Italia e Napoli in campionato. Trascorrono le domeniche ma il Palermo non riesce ad avvicinarsi alla zona salvezza. Per il popolo rosanero sono settimane di disillusione e speranza. Quest’ultima, da non tradire.
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06 Marzo 2017, 08:30