“Prendilo, ammazzalo”| E giù botte a un dodicenne

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22 Aprile 2017, 14:10

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PALERMO – “Prendilo, ammazzalo”, avrebbe gridato una donna al figlio mentre era affacciata al balcone. E il figlio colpì con un pugno alla testa un ragazzino di 12 anni che, secondo la madre, aveva rotto lo specchietto della sua auto parcheggiata in una strada di Capaci.

R.S., poco più che ventenne e incensurato, è stato condannato dal giudice di pace Paola Marchetta per lesioni al pagamento di una pena pecuniaria di 500 euro. Dovrà inoltre pagare le spese processuali della parte offesa, assistita dagli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci, e risarcire i danni con una provvisionale di mille euro immediatamente esecutiva. La cifra complessiva sarà stabilità in sede civile.

L'avvocato Mauro Torti

Sfortunato protagonista della vicenda è il figlio di un noto imprenditore palermitano che una sera di luglio del 2013 stava passeggiando in via Kennedy con alcuni coetanei. Alla fine si ritrovò al pronto soccorso di Villa Sofia. Il referto parlava di “politrauma cranico con prognosi di cinque giorni”.

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Furono i carabinieri a soccorrere il dodicenne che aveva perso i sensi. Credibili e senza contraddizioni sono stati ritenuti i racconti dei cinque amichetti che si trovavano quella sera in sua compagnia. In realtà avevano anche riferito che l’imputato si era accanito contro la vittima, colpendolo con dei calci. Versione, però, negata da un testimone citato dalla difesa. Così come c’è chi dice che la donna al balcone non gridò “ammazzalo”, ma “fermalo, fermalo”.

Ci sono dei punti fermi, però. I futili motivi dell’aggressione, le lesioni subite dal dodicenne e il fatto che la macchina della donna non era stata affatto danneggiata. Il dodicenne non aveva fatto alcunché di male.

 

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22 Aprile 2017, 14:10

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