02 Novembre 2024, 05:01
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CATANIA – Il Tribunale collegiale di Catania, presieduto da Alessandro Ricciardolo, ha dato il via libera all’audizione di un nuovo testimone, un supertestimone, al processo sul presunto buco di bilancio di Palazzo degli Elefanti, risalente al periodo tra il 2013 e il 2018.
Si tratta di un dirigente del Comune di Catania che si è fatto avanti soltanto a processo in corso. Non figurava nella lista iniziale dei testi del pubblico ministero. Il dibattimento vede tra i 28 imputati anche politici, nomi eccellenti, e revisori dei conti. Ci sono anche alcuni ex amministratori di Palazzo degli Elefanti nel periodo oggetto dell’inchiesta.
Il nuovo testimone, ha spiegato in aula il pubblico ministero, “di fatto riferisce su temi che hanno immediata rilevanza sui capi di imputazione”. Sosterebbe, in sostanza, che alcuni testimoni avrebbero “riferito cose non vere”.
Inoltre sosterebbe di aver ricevuto “pressioni”, in quel periodo, in relazione al bilancio del Comune. Ma ciò che dirà il testimone, più nello specifico, lo si saprà solo il 10 dicembre, giorno in cui è in programma la deposizione. Il dirigente si sarebbe fatto avanti dopo aver seguito il processo su Radio Radiocale.
A chiedere la deposizione in aula è stato proprio il Pm Fabio Regolo. “Considerato che Il pubblico ministero ha chiesto di assumere quale prova sopravvenuta, non conosciuta al momento dell’esercizio dell’azione penale, la deposizione”, ha fatto mettere a verbale, in sintesi, il presidente nella parte iniziale dell’ordinanza di ammissione.
E ancora: “Considerato che la prova appare ammissibile, non manifestamente irrilevante o superflua e che l’escussione nella presente fase processuale consente la salvaguardia di tutte le garanzie difensive, in primo luogo quelle relative alla possibilità di articolare prova contraria, ammette l’esame testimoniale”.
Gli imputati, si ricorda, sono accusati a vario titolo di falso ideologico. Un ex sindaco, ex assessori ed ex revisori dei conti in carica all’epoca delle contestazioni: per l’accusa, avrebbero “falsamente attestato la veridicità delle previsioni di entrata”.
Lo avrebbero fatto nonostante fossero “consapevoli della loro sovrastima” e inoltre avrebbero “dolosamente omesso l’iscrizione nell’atto contabile di somme sufficienti a finanziare gli ingenti debiti fuori bilancio”. L‘indagine è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania.
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02 Novembre 2024, 05:01