Prevenzione e qualità della vita |Cacciola: “Cambiare abitudini”

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06 Aprile 2017, 07:24

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CATANIA – La prevenzione per migliorare la salute. Corretti stili di vita ed effettuare screening e controlli mirati possono contrastare l’insorgere di malattie, sempre più frequenti, ma occorre diventino filosofia, costume diffuso, regolarità. Di questo e di molto altro si parlerà in occasione della “Settimana della Salute in Sicilia”, che sarà a Catania oggi e domani, organizzata dalla Società Italiana di Storia della Medicina e dall’Assessorato regionale della Salute, proprio per sollecitare, e dunque favorire, questa rivoluzione culturale.

Per attuare la quale non si può prescindere dalla formazione e dall’informazione. Tra gli esperti che relazioneranno nel corso della due giorni, c’è Salvatore Cacciola, Responsabile Unità Promozione della Salute, dell’ASP di Catania, secondo cui la prevenzione “incide in modo elevatissimo”. “Possiamo dire – spiega – che l’approccio preventivo non solo migliora la vita, ma evita che la vita possa essere messa a repentaglio da una malattia”. Occorre però fare comprendere alle persone quali atteggiamenti vadano assunti per contrastare l’insorgere di malattie debilitanti, motivo per cui è fondamentale organizzare momenti di incontro e formazione con gli esperti. “Io mi occupo di lavorare sui fattori di rischio che possono, se non presi in considerazione, dare come esito una malattia – continua. Ci occupiamo, ad esempio, della corretta alimentazione perché questa è un fattore efficace nella prevenzione dei tumori. Lavoriamo perché le persone cambino lo stile di vita”.

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Restano, certamente, le condizioni ambientali, l’inquinamento di ogni tipo, che incidono negativamente. “Una parte consistente delle cause di tumore è legate all’ambiente – prosegue Cacciola – a fattori di carattere esterno che influenzano in modo pesante la nostra salute. Quando lavoriamo dobbiamo sempre avere un approccio di carattere globale – aggiunge: gli stili di vita possono essere cambiati anche attraverso i media, la produzione industriale, il sistema economico e le condizioni ambientali”.

Stili di vita ma anche controlli, per cui i siciliani restano ancora scettici. “I siciliani hanno da mettere a punto un’organizzazione che sia più credibile e ambisca a un livello molto alto – evidenzia Cacciola. Il rifiuto di avvicinarsi agli screening credo sia legato a un non apprezzamento dell’efficacia dello screening stesso, che è invece estremamente importante”. Bisogna però abituarsi all’idea, oltre che reputarla vantaggiosa cosa che, a quanto pare, non pensano i siciliani. “Dobbiamo comunicare meglio. Quando miglioreremo questa capacità, i siciliani saranno più propensi ad aderire in modo più diffuso allo screening”.

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06 Aprile 2017, 07:24

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