Processo Giammarinaro | Entrano le parole di Mattarella

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26 Febbraio 2016, 11:50

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TRAPANI – La sentenza di primo grado del processo Andreotti e il verbale dell’udienza dove fu ascoltato l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a proposito dell’omicidio del fratello Piersanti, allora presidente della Regione, hanno fatto ingresso nel processo in corso a Trapani nei confronti dell’ex deputato regionale della Dc Pino Giammarinaro. Nei confronti del politico salemitanoviene proposta la sorveglianza speciale e la confisca di un patrimonio di circa 50 milioni di euro.

La richiesta è stata avanzata dal pM Andrea Tarondo al collegio presieduto dal giudice Alessandra Camassa. Ascoltato l’11 luglio del 1996 al processo Andreotti, Mattarella ricordò come il fratello, poco prima di essere ucciso, si fosse scontrato con il gruppo capeggiato prima dall’imprenditore Lo Presti, scomparso poi per lupara bianca, e successivamente da Giammarinaro: le intenzioni sarebbero state quelle di aprire una banca cooperativa a Salemi. “Aveva intuito che dietro c’erano gli esattori Salvo”, dichiarò Mattarella e Giammarinaro “era certamente un loro uomo”.

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Nel corso della stessa udienza è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Nino Birrittella. È’ stata una lunga deposizione durata oltre otto ore. Secondo il racconto di Birrittella Cosa nostra avrebbe sostenuto la candidatura di Giammarinaro alle Regionali del 1991, quando il politico fu eletto con oltre 50 mila preferenze a Sala d’Ercole. Nella deposizione di Birrittella anche il giallo di un delitto irrisolto, quello del consigliere comunale di Salemi Francesco Paolo Clementi, risalente al 1987. Secondo Birrittella era un socio di Giammarinaro e tra i due sarebbero nati dei contrasti. Birrittella, che non ha saputo dire nulla di preciso su quell’omicidio, ha ricordato: Giammarinaro non gli apparve “impressionato da quell’omicidio” nonostante si trattasse di una persona a lui parecchio vicina.

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26 Febbraio 2016, 11:50

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