La Procura contesta l'assoluzione: |"Provate infiltrazioni mafiose" - Live Sicilia

La Procura contesta l’assoluzione: |”Provate infiltrazioni mafiose”

Dopo l'assoluzione in primo grado, la Procura rimette in fila verbali, foto, intercettazioni e chiede l'Appello. Ecco le motivazioni dell'assoluzione e le dichiarazioni dei collaboratori. PRIMA PUNTATA.

processo s.agata
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Proceso Sant'Agata

Francesco Santapaola (A) e Nino Santapaola (B)

CATANIA – Il processo per le presunte infiltrazioni mafiose nella festa di S.Agata. dopo l’assoluzione di tutti gli imputati, continua in Appello: l’accusa sostenuta dal Pm Antonino Fanara ha deciso di rimettere in fila tutti gli elementi acquisiti durante il dibattimento per rispondere, alle motivazioni depositate dal giudice di prima istanza.

Intercettazioni, dichiarazioni dei collaboratori di giustizia acquisite durante il dibattimento, fotografie, ma soprattutto i registri del Circolo S. Agata, l’associazione fulcro della devozione alla Santa e, secondo le ipotesi della Procura, culla di esponenti di primo piano del clan Ercolano-Santapaola, la Procura ritiene di avere in mano tutti gli elementi che servono ad ottenere la condanna per concorso in associazione mafiosa di Pietro Diolosà, assolto in primo grado, e il proscioglimento di

Processo Sant'Agata

Enzo Mangion sul Fercolo

Antonino e Francesco Santapaola, figlio di “Nitto”, Alfio, Vincenzo e Giuseppe Mangion detto “Enzo”, “non ai sensi -si legge nella richiesta d’Appello- dell’art. 530 del codice penale perché il fatto non sussiste”, ma perché non era possibile giudicare due volte, per lo stesso reato, cioè associazione mafiosa, le stesse persone.

 

LE MOTIVAZIONI DELL’ASSOLUZIONE. “A parere del collegio -recitano le motivazioni della sentenza di primo grado- l’istruttoria dibattimentale espletata non ha fornito alcuna prova che dimostri l’asserita “infiltrazione” mafiosa nella gestione della festa di S.Agata: vaghi, sospetti, labili indizi, congetture, ipotesi e personali interpretazioni di fatti, circostanze e comportamenti non potrebbero reggere una motivazione di condanna fondata su fragili argomentazioni non sorrette da alcun dato di fatto che possa univocamente e senza alcuna possibile diversa valutazione interpretarsi come comportamento finalizzato al controllo della festa in questione”.

Processo Sant'Agata

Il Tribunale ha ritenuto che su Pietro Diolosà, l’unico imputato per il quale era stata chiesta la condanna, “valgono le stesse considerazioni apparendo le argomentazioni addotte per la condanna, semplicemente frutto di ipotesi e considerazioni che, a parere del collegio, non hanno trovato riscontro nei fatti emersi in dibattimento”.

L’ASSOCIAZIONE ERCOLANO SANTAPAOLA. Il Pm Fanara non condivide la scelta di assolvere, perché il “fatto non sussite”, alcuni presunti esponenti della famiglia Santapaola Ercolano come Antonino Santapaola, Giuseppe, Alfio e Vincenzo Mangion e Salvatore Copia, “condannati in sede di giudizio abbreviato”, a differenza di Francesco Santapaola, assolto in via definitiva. In pratica, l’accusa non condivide la contestazione dei giudici di primo grado “agli imputati di aver fatto parte dell’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano per la quale sono stati già giudicati”.

Secondo Fanara “il fatto sussiste”, ma bisognava prosciogliere questi imputati perché erano stati già giudicati per lo stesso reato.

La prova dell’infiltrazione nell’organizzazione della festa di S.Agata, sarebbe documentale. A questo proposito, nella richiesta d’Appello, viene evidenziato che “i soci del Circolo S.Agata sono diverse centinaia e quindi, statisticamente non vi sarebbe nulla di strano se tra di essi vi fosse qualche persona appartenente all’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano…molto meno spiegabile, anche da un punto di vista statistico, è che la tessa n. 1 fosse intestata all’imputato Antonino Santapaola, figlio di Salvatore e fratello di Nitto Santapaola, e che la tessera n.2 fosse intestata Vincenzo Mangion detto “Enzuccio”, figlio di Giuseppe Mangion detto Zio Pippo”.

E ancora, la Procura sottolinea la nomina, nel 1999, come revisori dei conti, di Antonino Santaola e Alfio Mangion; e ancora, la nomina, per il 2003, di Vincenzo Mangion come Rettore del Cereo. Nel 2002 Nino Santapaola e Vincenzo Mangion si presentarono anche per l’elezione alla presidenza del Circolo di S. Agata ma al loro posto venne eletto Pietro Diolosà.

La presenza degli esponenti dei Santapaola nel circolo che organizza la festa della Santa, non sarebbe soltanto “documentale”, la Procura allega le dichiarazioni di Enzo Bianco che ha denunciato le infiltrazioni mafiose nel Circolo S.Agata, quelle di Luigi Maina, presidente del Comitato dei festeggiamenti agatini, che ha parlato dell’aiuto ricevuto da Antonino Santapaola che non solo l’aveva aiutato quando era inciampato, ma partecipava anche alle cene organizzate dal Circolo a base di pesce. Maina ha parlato anche della frequentazione tra Pietro Diolosà e Vincenzo Mangion.

I VERBALI DEI COLLABORATORI. Carmelo Sortino, collaboratore già affiliato ai Santapaola, ha riferito ai Pm che la presenza dei mafiosi sarebbe servita a “garantire un’immagine” al Circolo S.Agata.

L’ascesa di Salvatore Copia sarebbe stata favorita dai rapporti con i Mangion tanto che poco tempo dopo l’iscrizione, Copia avrebbe avuto accesso alla stanza dello Scrigno di S.Agata, indossando “il distintivo grande, che non si può consegnare perché il distintito parte, come aspirante, da quello piccolo”.

Il Cereo della Santa, sarebbe arrivato nel quartiere Monte Po’, “grazie all’interessamento di Natale Di Raimondo”, all’epoca capo del gruppo mafioso di quel quartiere”, dopo poco tempo, sul cereo sarebbe stato affisso lo stendardo dei Di Raimondo, poi rimosso quando quest’ultimo decise di collaborare con la giustizia. Di Raimondo ha ammesso di aver destinato i proventi di una bisca clandestina al pagamento delle spese per la venuta della Candelora. Il Circolo avrebbe acquistato i fiori per i festeggiamenti nel negozio del padre di Claudio Samperi, ma i rapporti commerciali si sarebbero interrotti al momento del suo pentimento.

LE FOTO. A testimoniare l’infiltrazione mafiosa nella festa di S.Agata ci sarebbero le foto, consegnate dal collaboratore Sortino agli inquirenti che raffigurano Antonino Santapaola e Salvatore Copia accanto al Cereo del Circolo in processione; Salvatore Copia alle maniglie dei cordoni che spingono la vara; Enzo Mangion e Francesco Santapaola che portano a spalle la varetta all’interno della cattedrale; Enzo Mangion al fianco di Pietro Diolosà ed Enzo Mangion al posto del sacerdote sulla vara di S.Agata.

FINE PRIMA PUNTATA
Nella prossima puntata: tutti i verbali dei collaboratori di giustizia, le intercettazioni, le repliche della difesa.

 


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