10 Giugno 2020, 06:04
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Cercasi disperatamente dirigenti generali. Ma non dirigenti qualsiasi. Il governo Musumeci sta cercando dei burocrati di altissimo livello, con specifici requisiti, per andare a ricoprire due incarichi di prestigio nella macchina regionale. Ma non riesce a trovarli.
Così, pochi giorni fa la giunta ha deciso di riprovarci. L’obiettivo è quello di selezionare il nuovo “capo” dell’Ufficio legislativo e legale, e quello del dipartimento della Programmazione, ramo fondamentale dell’amministrazione, quest’ultimo, visto che rappresenta il crocevia della spesa delle somme del Fesr.
Un super dirigente (esterno) alla Programmazione
Ma né per il primo, né per l’altro incarico, al momento si è riusciti a reperire la figura adatta. Nel caso della Programmazione, ad esempio, il governo ci aveva provato già il 7 maggio scorso, con una delibera che disciplinava i requisiti del nuovo dirigente che dovrà sostituire Dario Tornabene, in uscita. La figura avrebbe dovuto possedere “specifiche conoscenze professionali del settore, nonché la necessaria e particolare attitudine al coordinamento di strutture amministrative che abbiano un costante e proficuo raccordo con l’Amministrazione statale e con le competenti Strutture dell’Unione Europea”.
Ma non solo. In aggiunta ai criteri previsti dalla normativa vigente (regionale e nazionale), il governo ne aveva aggiunti altri tre: esperienza almeno decennale nella qualifica dirigenziale e, in particolare, nella programmazione dei programmi di spesa; titoli accademici (dottorato di ricerca, assegno di ricerca, ricercatore o professore) o, in alternativa, esperienza maturata in qualità di magistrato o, sempre in alternativa, esperienza maturata in qualità di direttore generale presso Amministrazioni ed Enti statali e/o comunitari; infine, l’ottima conoscenza della lingua inglese (al livello C1 o superiore).
Il risultato? La ricerca tra gli oltre 1.200 dirigenti della Regione ha dato “esito negativo”: solo un dipendente si era fatto avanti, la dirigente Alessandra Russo, ma non sarebbe stato in possesso di tutti i requisiti.
E allora che si fa? Di fronte all’esecutivo si sono aperte due strade. La prima era la più impervia: rivolgersi tutti i potenziali dirigenti, sia del settore pubblico che privato. Ma in questo caso, sarebbe stata necessaria una selezione pubblica per coloro i quali appunto non avevano mai superato un concorso. Insomma, non solo la via più complicata, ma anche la più lunga.
L’altra ipotesi, invece, è quella presa infine in considerazione dalla giunta, lo scorso 4 giugno: restringere la ricerca “esterna” ai dirigenti assunti di ruolo in altre pubbliche amministrazioni. Fuori dalla Regione, insomma, ma all’interno del settore pubblico. Gente che ha già superato un concorso, almeno. Così, il bando è pronto. Il governo ha dato sette giorni a partire della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, che dovrebbe avvenire oggi, per gli aspiranti dirigenti generali provenienti da altri enti.
Si troverà qualcuno con i requisiti adatti? L’impressione è che la ricerca in questo caso possa arrivare a qualche risultato. E a dire il vero, da mesi rimbalza un nome, che sembra particolarmente apprezzato dal governo regionale: quello di Federico Lasco, capo dell’Ufficio di accompagnamento ai programmi regionali dell’Agenzia per la Coesione. Una figura che ricoprirebbe bene il ruolo di “tramite” tra Palermo, Roma e Bruxelles. Proprio il tipo di dirigente che cerca il governo.
Il passo indietro dell’Ufficio legale
Governo che nel frattempo, all’interno del bacino dei dirigenti regionali continua a cercarne un altro, di dirigente. Vale a dire quello che dovrà guidare l’importantissimo Ufficio legislativo e legale di Palazzo d’Orleans. Attualmente a capo dell’ufficio è Gianluigi Amico, prorogato come Tornabene e la stragrande maggioranza dei capidipartimento fino al 15 giugno.
Anche in questo caso, come detto, la Regione cerca una successore. E anche in questo caso, la prima ricerca non ha dato frutti. Anche perché il governo aveva previsto alcuni specifici requisiti aggiuntivi che avevano ristretto di molto la rosa dei “papabili”.
Quali erano questi requisiti? Iscrizione all’Albo degli avvocati da almeno 12 anni; iscrizione all’Albo degli avvocati cassazionisti; esperienza almeno decennale nella qualifica dirigenziale, con riguardo a materie inerenti le funzioni del dipartimento; il possesso di titoli accademici (dottorato di ricerca, assegno di ricerca, ricercatore o professore) o, in alternativa, esperienza maturata in qualità di magistrato o, sempre in alternativa, esperienza maturata in qualità di direttore generale presso Amministrazioni ed Enti statali e/o comunitari”.
Anche questa una figura introvabile, all’interno della Regione. Allora il governo ha deciso di allentare un po’ la morsa dei requisiti “aggiuntivi”, che sono scomparsi nella delibera di pochi giorni fa che “apre” al nuovo atto di interpello. Anche perché, è stato considerato successivamente, spesso la difesa della Regione è affidata all’Avvocatura dello Stato: una figura così altamente qualificata sarebbe stata un “lusso”. Resta così il riferimento alla normativa regionale e nazionale. Dalla pubblicazione in Gazzetta, gli aspiranti nuovi “Avvocati della Regione” dovranno correre: avranno cinque giorni per manifestare il proprio interesse.
Tutto così dovrebbe chiudersi attorno al 15 giugno prossimo, giorno in cui scadranno le proroghe della stragrande maggioranza dei dirigenti generali, e ancora ci si interroga sulla annosa questione della seconda e terza fascia. Ma questa è un’altra storia.
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10 Giugno 2020, 06:04