Politica

Province, il centrodestra fa saltare il voto del 15 dicembre: rinvio al 2025

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29 Ottobre 2024, 21:55

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PALERMO – Il centrodestra all’Ars affossa le elezioni di secondo grado nei Liberi consorzi e nelle Città metropolitane, che erano già state fissate per il 15 dicembre. Spostata al 2025 la data di un voto che comunque potrebbe non svolgersi mai. L’aula ha votato con 28 sì e 22 no un emendamento dei capigruppo dei maggioranza alla riforma urbanistica (approvata a sua volta con 30 voti favorevoli e 22 contrari).

La protesta dell’opposizione

La norma modifica la leggina che, nel corso dell’estate, aveva fissato nel dicembre 2024 la finestra per il voto di secondo livello. Contraria l’apposizione, che ha contestato apertamente la scelta della maggioranza. Al momento della votazione i deputati dell’opposizione hanno esposto a Sala d’Ercole cartelli con la scritta “Vergogna”.

Annullate le elezioni del 15 dicembre

Cancellate, con un tratto di penna, le elezioni del 15 dicembre indette con un decreto del presidente della Regione, Renato Schifani. Una frase in calce all’emendamento specifica che le consultazioni sono “annullate”. Dead line spostata ad aprile, come era stato anticipato da un retroscena di LiveSicilia, per dare tempo al Parlamento di approvare il ddl che reintroduce l’elezione diretta negli enti.

Il tutto con buona pace dei sindaci. Quello di Ragusa, Peppe Cassì, in mattinata aveva espresso tutto il suo disappunto per l’ennesimo rinvio del voto d secondo livello.

Il ddl per il voto diretto nelle Province

Le ex Province, formalmente, potranno andare al voto di secondo grado “in una domenica compresa tra il 6 e il 27 aprile”. In realtà il centrodestra punta a reintrodurre il voto diretto dei cittadini per l’elezione dei presidenti e dei consiglieri. Il ddl della maggioranza, infatti, è stato già approvato dalla commissione Affari istituzionali, guidata da Ignazio Abbate. Domani, mercoledì 30 ottobre, il testo sarà all’esame della commissione Bilancio.

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L’opposizione: “Siamo alla farsa”

“Un’ennesima presa in giro per i cittadini e le istituzioni, le elezioni nelle ex Province sono diventate ormai la tela di Penelope del centrodestra: di giorno le indicono, di notte le rinviano”. Questo il commento del capogruppo Pd, Michele Catanzaro.

Gli fa eco il presidente dei deputati M5s Antonio De Luca: “Ennesima proroga dei commissari delle ex Province, ennesima farsa che va in scena all’Ars – dice -. Ancora una volta l’egoismo del centrodestra è più forte degli interessi dei siciliani e della decenza. Le spaccature all’interno della maggioranza hanno di nuovo la meglio su tutto e condizionano qualsiasi scelta di questo inconcludente governo”.

Anche il deputato Dem Nello Dipasquale punta il dito contro la maggioranza: “A questo centrodestra non interessa il voto diretto nelle Province. Una coalizione che punta soltanto alla gestione del potere negli enti attraverso i commissari e che ora ha messo in piedi l’ultima bugia, quella dell’elezione diretta da parte dei cittadini nell’aprile del 2025. Da sette anni il centrodestra domina le ex Province con commissari governativi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti in termini di degrado e incuria nei territori – aggiunge Dipasquale -. Uno sfascio totale che dopo il voto di ieri proseguirà, con una responsabilità tutta in capo a questo centrodestra”.

Ieri in aula Dipasquale si era rivolto così alla maggioranza: “Con il governo nazionale del vostro stesso colore avreste dovuto ottenere l’abolizione della Delrio per potere essere credibili agli occhi dei cittadini, invece continuate con la favola del voto diretto sganciato dalla normativa nazionale. Una finzione che nel mese di aprile cadrà miseramente”.

Critiche anche da Sud chiama Nord. “Abbiamo votato contro il rinvio – dice il leader Cateno De Luca -. Riteniamo che ancora una volta questa maggioranza di governo abbia dimostrato la propria schizofrenia politica. Prima organizzano le elezioni, poi evidentemente, resisi conto che le cose non sarebbero andate come speravano, cambiano idea. Siamo di fronte all’ennesimo fallimento di uno dei punti cardine del governo Schifani”.

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29 Ottobre 2024, 21:55

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