Il Comitato: “Area a rischio” |La Società: “Sicurezza garantita”

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30 Novembre 2013, 06:30

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CATANIA – Il Pua sorgerà in un’area assolutamente inedificabile. L’accusa relativa al Piano urbanistico attuativo Catania Sud, ovvero il grandioso progetto della società Stella Polare che dovrebbe cambiare totalmente il volto della città nella sua parte meridionale, dall’aeroporto all’Oasi del Simeto, la rivolge il Comitato No Pua che, carte alla mano, ha illustrato i contenuti di quanto affermato dall’Ingv relativamente proprio al terreno sul quale dovrebbero sorgere centro congressi, campo da golf, acquario e tantissime altre strutture per un totale di 124 ettari.

Lo studio, che risale al 2009, definirebbe infatti l’intera zona della Plaia “ad alto rischio sismico”, come del resto tutta la città, ma in più evidenzierebbe come, proprio nell’area meridinale della città a ridosso del litorale sabbioso, in caso di terremoto, si potrebbe assistere al fenomeno cosiddetto di “liquefazione” del terreno. “In pratica, affermano dall’Ingv  – spiega a LivesiciliaCatania Giolì Vindigni, del Comitato No Pua – in caso di sisma, le falde acquifere presenti nel sottosuolo emergerebbero, rendendo non più resistente il piano sul quale sono posggiati gli edifici che potrebbero sprofondare”.

Il fenomeno, secondo gli esperti, avviene normalmente nelle zone sabbiose: in pratica, gli edifici costruiti al di sopra di un terreno soggetto a tale fenomeno subiscono affondamenti e ribaltamenti, in quanto il terreno non è più in grado di opporre resistenza vincolare alla spinta/peso proveniente dall’alto. I depositi più soggetti a liquefazione sono sabbie e limi. “Insomma – prosegue Vindigni – quei terreni sembrano proprio inadatti all’edificazione, cosa che sarebbe stata nota se il progetto fosse stato corredato da Vas, la valutazione ambientale strategica e dalla Via, quella di impatto ambientale”.

Ma non si limitano a illustrare i contenuti dello studio dell’Ingv, i promotori dell’iniziativa. “La zona in questione – continua Vindigni – nel Pai (il piano dell’assetto idrogeologico) della Regione, quell’area è classificata a rischio R2, ovvero medio, solo perchè non edificata. Ma salirebbe a quello massimo, R3, nel caso di costruzioni”. Vindigni va oltre, ponendo degli interrogativi sulla società Stella Polare. “Ha un solo riferimento – dice – non ha bilancio nè soci. Dove prende i capitali per realizzare un così grandioso progetto? E che tipo di garanzie dà?”.

Ma è anche sull’atteggiamento della politica, in testa il sindaco Bianco, che si scaglia Mimmo Cosentino, anche lui membro del Comitato. “Avevamo chiesto un incontro pubblico e il sindaco, in campagna elettorale si era impegnato a discutere dei progetti approvati dalla passata amministrazione – sottolinea – ma, alla nostra richiesta di incontro la risposta che abbiamo avuto è stata la convocazione urgente del consiglio comunale. Questo per noi equivale a una chiusura totale”. Cosentino evidenzia anche l’assenza del parere da parte della Sovrintendenza ai Beni culturali per quel che riguarda la tutela delle masserie storiche, e in generale, l’accelerazione dell’iter che avrebbe impedito la discussione approfodita di tutti gli aspetti. Non solo, Il Comitato mette in risalto la propria preoccupazione che, nascosto da un grandioso progetto, l’interesse per il Pua sarà solo di carattere speculativo. Il timore, ad esempio, è che le strutture ricettive vengano trasformate in civili abitazioni.

“Continueremo la nostra battaglia per impedire lo stravolgimento della città – concludono infine i rappresentanti No Pua – e ci opporremo a tutti i livelli, a cominciare dal Cru regionale, che dovrà dare perere vincolante all’opera. In caso di approvazione – assicurano – ricorreremo al Tar”.

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30 Novembre 2013, 06:30

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