“Punto di non ritorno” |I dem etnei “mollano” Crocetta

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16 Luglio 2015, 17:10

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CATANIA – “La legislatura si chiuda qui”. Ė L’auspicio non di un esponente dell’opposizione al presidente Crocetta, ma di Concetta Raia, piddina doc, che commenta in modo caustico quanto sta succedendo in queste ore, in seguito alla pubblicazione di alcune presunte intercettazioni tra Tutino e il governatore siciliano – che si è nel frattempo auto sospeso, anche se questo istituto non è previsto dallo Statuto.

“Inutile girarci attorno – afferma la deputata all’Ars. A questo punto non è più un problema politico, siamo di fronte ad una vicenda che rischia di schiacciare l’immagine della Sicilia: viviamo una condizione di imbarazzo. Credo che la legislatura debba finire qui”. E non è l’unica alleata ad abbandonare la barca del crocettismo. Anche l’eurodeputata Michela Giuffrida, eletta con il Pd in quota Leanza, chiede di staccare la spina a un governo che avrebbe superato “il punto di non ritorno”.

“Non è più tempo di parole ma di fatti – scrive. Non è più tempo di tergiversare ma è ora di prendere atto che si è al punto di non ritorno. Il PD, che fino a ieri ha tentato, con un gesto di responsabilità, di raddrizzare la rotta per governare finalmente una Regione che ha bisogno di una classe politica sobria e responsabile, rompa gli indugi e chieda, all’unisono, al Presidente di fare un passo indietro. In caso contrario si prenda atto che, comunque, la legislatura è al capolinea e che è indifferibile e urgente andare a nuove elezioni. Alla vigilia del tristissimo anniversario del 19 luglio, questo sarà un segnale di coerenza e buon senso che i siciliani, e gli elettori, sapranno certamente cogliere. Un abbraccio a Lucia Borsellino – conclude – alla quale esprimo piena e affettuosa solidarietà”.

Persino Jacopo Torrisi, che di Crocetta è stato un fervente sostenitore, parla di fine corsa per il suo governo. “Niente da commentare, niente da mediare, nessun ragionamento possibile – scrive su Facebook il giovane vice segretario del Pd etneo. Se il colloquio tra Tutino é il Presidente della Regione é quello che emerge dalle intercettazioni, questo segna la fine di quest’esperienza amministrativa. Da Siciliano mi sento grato verso Lucia Borsellino, l’unica cosa che posso conservare di positivo di questa storia é l’onore di averla conosciuta”.

Anche Giuseppe Berretta, non certo il primo fan del presidente, interviene, parlando di episodio “indecente” e di “schiaffo per i siciliani”. “La frase pronunciata dal chirurgo Matteo Tutino su Lucia Borsellino è indecente, averla letta è un vero dolore – scrive in un comunicato. Espressioni come quelle usate da Tutino e riportate in un’intercettazione telefonica contrastano con il dna del Partito Democratico e sono un vero e proprio schiaffo per i tantissimi siciliani che giustamente considerano Borsellino e Falcone degli eroi, i migliori figli della nostra Terra. Voglio esprimere la mia più profonda solidarietà e vicinanza a Lucia Borsellino e alla famiglia Borsellino tutta”.

L’imbarazzo è grande anche tra le forze dell’ordine. “In qualità di Segretario Regionale Coisp Sicilia chiedo pubblicamente, in base al contenuto della nota intercettazione, le dimissioni del Presidente della Regione Sicilia Crocetta e che allo stesso gli venga tolta immediatamente la scorta da parte delle Forze dell’Ordine: i Poliziotti sono sconvolti e, in assenza di un credibile chiarimento da parte di Crocetta, hanno chiesto di non volerci più avere a che fare, non si fidano più”. A scrivere è Alessandro Berretta, segretario regionale Coisp. “Si ricorda che nella strage di via d’Amelio a Palermo persero la vita 6 validissimi Uomini di Stato – prosegue – Paolo Borsellino e cinque dei sei membri della sua scorta, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Determinate espressioni irripetibili non possono lasciare l’interlocutore impassibile”.

Al vetriolo i commenti del centrodestra. “Non aver contrastato l’incredibile spietatezza delle parole di Tutino – afferma Marco Falcone, del Pdl – consegna, non solo più ai siciliani, ma agli italiani tutti, l’immagine di un presidente con la p minuscola che, oltre ad essere incapace sotto un profilo amministrativo, oggi, sotto un profilo morale, dimostra, soprattutto, di essere indegno”.

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Non poteva mancare, e come avrebbe potuto, il commento di nello Musumeci, da subito scettico nei confronti dell’ex sindaco di Gela e, negli ultimi tempi fortemente critico, tanto da aver presentato per ben due volte la mozione di sfiducia. L’ex presidente della provincia di Catania, però, non accusa il governatore, o meglio, non solo lui, ma chi gli ha permesso di rimanere alla guida della Regione in questi anni. “Ora tutti chiedono le dimissioni di Crocetta – scrive in un comunicato. Tra questi anche coloro che per ben due volte lo hanno salvato dalla nostra mozione di sfiducia. Il Partito Democratico e l’Udc tentano disperatamente di far dimenticare ai siciliani la pesante responsabilità di aver inventato, sostenuto e difeso questo governo e le sue politiche per ben 33 mesi. Le ragioni per cui invocare un cambio di passo in Sicilia restano per noi quelle di sempre: creare le condizioni per un buon governo della nostra Isola, senza inseguire il mito di rivoluzioni fallite”.

Liberare la Sicilia è la richiesta di Giulia Grillo, deputata nazionale del Movimento 5 Stelle, secondo cui Crocetta “non è degno di rappresentare la Regione”. “Non ci accontenta di certo l’auto sospensione del governatore Crocetta: ciò che vogliamo, come più volte ribadito, è che si dimetta e liberi la Sicilia da questo triste destino in cui è costretta a vivere da quasi 3 anni. La vicenda del medico personale Matteo Tutino e delle aberranti frasi contro la Borsellino sono l’ennesima dimostrazione che Rosario Crocetta ha sfruttato la propaganda antimafia solo per farsi pubblicità ma non ha mai lottato veramente contro di essa altrimenti a certe frasi avrebbe risposto in maniera indignata”.

 

 

 

 

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16 Luglio 2015, 17:10

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