Omicidio di Palagonia |Preso il presunto killer

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07 Settembre 2017, 07:30

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CALTAGIRONE – Il cerchio si è chiuso. Il presunto autore dell’omicidio di Francesco Calcagno è finito in manette. La Procura di Caltagirone ha emesso un fermo a carico del 49enne licatese Luigi Cassaro ritenuto l’uomo che la mattina del 23 agosto ha sparato in contrada Nunziata a Palagonia. L’assassinio è stato immortalato dalle telecamere di videosorveglianza installate dall’agricoltore nel suo agrumeto.

A dare un’accelerazione alle indagini del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Catania alcune segnalazioni anonime che sono partite dopo la diffusione attraverso i mass media del video ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. “Abbiamo chiesto una grande prova di senso civico a cui i cittadini hanno risposto”, – ha affermato Giuseppe Verzera, procuratore di Caltagirone durante la conferenza stampa di oggi. “Abbiamo dato un nome all’autore dell’efferato delitto”, gli ha fatto eco il comandante dei Carabinieri Francesco Gargaro.

Le segnalazioni sono rimaste anonime, una in particolare arrivava da Riesi, in provincia di Caltanissetta. Indicazioni precise quelle che hanno consentito ai carabinieri di arrivare a casa di Luigi Cassaro a Licata. Ma decisiva è stata la prova del Dna. E’ stato comparato il campione salivare dell’indagato con il materiale  genetico prelevato dal cappellino che il killer ha perso durante l’agguato nell’agrumeto di Calcagno. “E’ non c’è possibilità di errore – ha spiegato Michele Piras, Comandante del Nucleo Operativo – perché gli esami hanno portato a identificare la presenza di un solo Dna”. A tradirlo il cappellino. Un regalo del figlio di Cassaro.

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Luigi Cassaro è un operaio ma a Palagonia si sarebbe recato diverse volte per la sua attività di rappresentante di macchinette di caffè. Oltre a qualche precedente per armi e a una sua vicinanza con la criminalità locale di Licata, città dove risiede, a prima vista non sembrerebbero esserci diretti collegamenti con la vittima. E nemmeno con Marco Leonardo, il consigliere comunale ucciso proprio da Calcagno al termine di uno scontro a fuoco in un bar centrale di Palagonia lo scorso ottobre. “Le indagini non si fermano. Stiamo sviscerando la vita e le frequentazioni di Cassaro per arrivare a identificare il movente e anche i mandanti. Crediamo – aggiunge Verzera – che l’indagato sia stato assoldato per commettere il delitto e seguiamo sempre la pista della ritorsione come risposta all’uccisione del consigliere comunale”.

Licata, Riesi e Palagonia. Questa la triplice mappatura che potrebbe dare una svolta al secondo filone investigativo che servirà a delineare come è stato pianificato e soprattutto da chi. Luigi Cassaro, rinchiuso nel carcere di Caltagirone, dovrà affrontare l’udienza di convalida del fermo davanti al Gip. E chissà se davanti al giudice non decida di vuotare il sacco.

 

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07 Settembre 2017, 07:30

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