Ultimatum di Salvini a Renzi: |"Chiudere subito il Cara di Mineo" - Live Sicilia

Ultimatum di Salvini a Renzi: |”Chiudere subito il Cara di Mineo”

Salvini a Mineo si scaglia contro Alfano, Renzi, la Merkel e il vescovo di Caltagirone. LE FOTO

dopo l'omicidio di Palagonia
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MINEO- Le bandiere della Lega Nord sventolano all’ingresso del Cara di Mineo. Per la quarta volta in pochi mesi Salvini torna nel centro rifugiati più grande d’Europa, ad accoglierlo una folla di simpatizzanti e militanti, dai giovani del centro Cervantes agli esponenti della Lega, con bandiere al seguito, che urlano: “Ministro Alfano, ministro scafista!”.

Salvini non lascia nulla al caso, sa di essere nella roccaforte degli alfaniani, a circondarlo c’è un popolo di abitanti fuoriosi per il barbaro omicidio commesso, secondo la magistratura, da un ivoriano richiedente asilo, a danno di una coppia di anziani di Palagonia.

Gli animi della gente sono esasperati, chiedono dove siano gli altri eurodeputati e il giovane Matteo leghista rompe il ghiaccio con la morsa di giornalisti che lo stringe in pochi istanti, scagliandosi contro il suo omonimo presidente del Consiglio, bollato “in sieme ad Alfano”, come “un incapace incollato alla poltrona”. “Dove sono? Qui non si sono fatti vedere, fossi in loro mi vergognerei”. Subito dopo Salvini risponde ad Alfano che lo aveva bollato come “sciacallo”.

Affondo anche contro la cancelliera tedesca Angela Merkel: “Sono ridicoli, i tedeschi prendono i siriani che vogliono, scelgono loro chi accogliere e gli altri li lasciano a noi”.

“Lacrime e rabbia” per la foto del bambino siriano annegato a Bodrum, “il bambino scappa da una guera di cui il mondo si disinteressa, l’Italia e l’Europa con l’embargo a danno della Siria sono complici del massacro dell’Isis”.

Il bambino deceduto sulla spiaggia “fuggiva dalla Turchia, governata da un regime che molti vorrebbero far entrare in Europa. Le immagini di quel bambino dovrebbero svegliare le coscienze di quelli che si fingono buoni e invece sono i veri assassini”.

Salvini spiega di essere venuto a Mineo per conoscere i dati esatti dei “clandestini” presenti al suo interno, attacca Alfano e Renzi che non sono andati a visitare la struttura e non risparmia il vescovo di Caltagirone Calogero Peri che aveva contestato la sua presenza nei Comuni del Calatino: “Si candidi con Rifondazione comunista -tuona il leader leghista- prenda i voti e ne riparliamo”.

Peri aveva anche sottolineato che nel 2011, quando il Cara ha aperto i battenti, il ministro dell’Interno era Roberto Maroni, leghista di ferro come Salvini, che oggi chiede la chiusura.

Secca la replica: “Il Cara fu aperto in maniera provvisoria quando c’era la guerra. Dopo quattro anni la gestione ha coinvolto persino cooperative di mafia capitale. Che debba essere chiusa lo chiedono anche il quotidiano vescovi, i rappresentanti dei 5 stelle, Forza italia, mancano solo i marziani e di chiudere la vergogna a cielo aperto”.

Secondo Salvini il problema si “risolve velocizzando le procedure di identificazione dei veri profughi ed espellendo tutti quelli che non sono veri richiedenti asilo. Ma occorre anche bloccare gli sbarchi e anche oggi ne arrivano a centinaia in Sicilia e in Calabria. Occorre anche – ha concluso – fare interventi in Africa. Nelle prossime settimane andrò in Nigeria per capire cosa serve affinché i nigeriani restino nel loro Paese”.

Sulla visita di Salvini interviene il deputato di Sel Erasmo Palazzotto: “Sentendo l’odore di sangue Salvini torna a Mineo per un nuovo show a favore di telecamere. Un tentativo, l’ennesimo, per far dimenticare le precise responsabilità della Lega nel disastro del Cara. Dall’apertura del centro alle speculazioni sulla pelle dei richiedenti asilo e delle comunità locali”. “A differenza di molti -aggiunge Palazzotto- abbiamo un preciso ricordo delle parole di Maroni nella conferenza stampa che presentava il CARA come un modello di accoglienza per l’Europa e ricordiamo le promesse e l’impegno dell’ex ministro per convincere sindaci e comunità ad accettare la trasformazione del residence degli aranci nel più grande CARA d’Europa. Un’operazione – prosegue Palazzotto – che, è bene ricordare, servì per concentrare in Sicilia migliaia di richiedenti asilo caricando sulla nostra regione l’intero peso della giusta opera di solidarietà ed accoglienza a tutto vantaggio delle regioni governate dalla Lega, la stessa che oggi si oppone alla redistribuzione di poche centinaia di richiedenti asilo nel territorio nazionale. Non ne possiamo più dello sciacallaggio mediatico di chi crea i problemi per poi presentarsi come il salvatore – conclude Palazzotto – non si possono fare tutte le parti in commedia”.


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