Quel residence nella villa del Settecento

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29 Ottobre 2010, 12:46

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La Aedilia Venusta, l’impresa di Vincenzo Rizzacasa, puntava al lusso. In cantiere c’era la realizzazione di un residence a cinque stelle nella Villa Barone Lanterna. Un edificio del Settecento che si affaccia sul porticciolo dell’Acaqusanta. Sono in corso i lavori, regolarmente autorizzati, per costruirvi quindici appartamenti e due studi professionali per clienti facoltosi.
Rizzacasa nel 2009 ha ottenuto una concessione edilizia su cui ora si concentrano le attenzioni degli investigatori. La villa, che negli anni Cinquanta è stata la sede dei “Bagni Minerali dei fratelli sacerdoti Pandolfo”, ospita nelle sue grotte una chiesa con l’affresco in una Madonna che fino all’anno Mille era meta di pellegrinaggio dei fedeli. Nella grotta sgorga una sorgente d’acqua, poi utilizzata nello stabilimento termale. “Una acqua santa”, come recitavano gli storici dell’epoca. Da qui il nome del quartiere alla periferia di Palermo.Tutto questo farebbe ipotizzare agli investigatori che il complesso avrebbe meritato la tutela della Sovrintendenza ai beni monumentali. Su questo fronte sono in corso degli accertamenti.

Lusso a parte, Vincenzo Rizzacasa, secondo l’accusa,  avrebbe messo le sue imprese a disposizione del costruttore Salvatore Sbeglia, già condannato per mafia, per consentirgi di tornare in attività. La sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo gli ha sequestrato beni per un valore di trenta milioni di euro. Rizzacasa è stato arrestato nel giugno scorso e scarcerato dopo due settimane. I giudici del Riesame stabilirono che l’imprenditore avrebbe favorito Sbeglia ma non l’intera organizazzione Cosa nostra, facendo cadere l’aggravante mafiosa. Il procedimento amministrativo, che oggi ha portato al sequestro, segue però un percorso diverso da quello penale. Rizzacasa avrebbe costruito negli anni un immenso impero economico. Da semplice preside di una scuola in provincia di Messina ha inziato la scalata nel mondo dell’edilizia partendo da una piccola impresa intestata al figlio Gianlorenzo. La svolta nel 2005, con la creazione dell’Aedilia Venusta che gli ha consentito di diventare uno degli imprenditori maggiormente impegnati nelle ristrutturazioni nel centro storico di Palermo. L’impresa si è aggiudicata anche la ristruttuazione degli ex Monopoli di Stato in via Generale di Maria.

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“Il provvedimento di sequestro nei confronti di Rizzacasa conferma la bontà delle indagini finora svolte”. Ad affermarlo è il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia che aggiunge: “Il tema su cui concentrare il nostro lavoro è quello dei rapporti fra mafia e imprenditoria. Abbiamo bisogno della collaborazione degli operatori economici sani sulla scia di quanto ha fatto da Confindustria che ha avviato una fase di rinnovamento”. “Si indaga sugli uomnini ma si deve indagare anche sui beni – spiega il questore Alessandro Marangoni -. le indagini finanziariarie sono fondamentali nella lotta alla mafia. Non a caso le statistiche sulle misure di prevenzione a Palermo sono le più alte d’Italia”. Marangoni oggi è al suo ultimo giorno di lavoro a Palermo. Da lunedì si insedierà alla questura di Milano: “Lascio una città avvincentre, coinvolgente che ti rendi conto di avere avuto la fortuna di vivere nel momento in cui te ne allontani. Come accade a me oggi. Al mio successore lascio una città dove ci sono ancora tanti prblemi da risolvere. Il risultato più bello? Il calo del 20 per cento dei reati di strada, quelli che creano allarme sociale. E’ stato importante tanto quanto o forse più della cattura dei grandi latitanti”.

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29 Ottobre 2010, 12:46

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