05 Giugno 2017, 10:44
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“L’ottanta per certo del denaro che la regione dedica ai teatri si divide fra Catania e Palermo, il residuo venti per cento in tutto il resto della Sicilia. Direi che la rete dei piccoli teatri siciliani potrebbe eliminare questa sperequazione e offrire alla Sicilia un nuovo circuito di cultura, di turismo, di bellezza”.
Esordisce così Anthony Barbagallo, assessore regionale al turismo, quando gli si prospetta il rischio che i morsi della crisi rendano sempre più difficile la sopravvivenza di strutture gracili anche se tenacemente radicate nel territorio. Che Catania e Palermo siano i destinatari di quasi tutti i contributi dedicati ai teatri può anche essere un dato di fatto, una prassi consolidata, un riconoscimento quasi obbligato per due realtà metropolitane. Ma resta in piedi una domanda: e di tutti gli altri teatri che ne facciamo? “Alcune di queste saranno costrette a non poter svolgere una programmazione seria e conseguentemente a chiudere”, ammette Barbagallo.
Ma i piccoli teatri di Sicilia non ci stanno e nella riunione di pochi giorni fa a Enna hanno stilato il progetto di creare una “rete” che consenta di creare un cartellone itinerante e di trasformare le tante piccole realtà in un un grande “teatro stabile diffuso” in tutta l’Isola, da Marsala a Sambuca, da Ragusa a Noto fino a Caltanissetta e Petralia. Un progetto troppo ambizioso?
“L’idea di una rete di teatri siciliani è vincente”, taglia corto Barbagallo. “Unirebbe la cultura al turismo in un binomio già collaudato e in questo caso inscindibile. Uniti si può fare tanto, sono disposto ad intessere un tavolo di lavoro e parlare di questo progetto con le attenzioni che oggettivamente merita”
Se i buoni propositi non si disperderanno strada facendo, le piccole e medie realtà teatrali siciliane – se davvero riusciranno a organizzarsi in una rete – avrebbero sicuramente una voce ben più autorevole e potrebbero anche ambire a formare, con il loro pubblico e la loro forte tradizione culturale, un terzo polo rispetto a Catania e Palermo.
“Sono stato il primo assessore siciliano ad aver puntato sulla circuitazione più che sulla produzione”, sottolinea Barbagallo. “Quando mi si propone di far girare spettacoli, cultura e flussi turistici gli operatori mi trovano sempre d’accordo. Sono un uomo che vive in una piccola realtà, in una piccola città alle falde dell’Etna, e delle piccole realtà conosco potenzialità e limiti. Sono certo che questo progetto che nasce dai piccoli teatri, e quindi da piccole realtà, abbia grandissime potenzialità future. Il teatro è il fondamento della nostra cultura e i teatri minori, che di minore hanno davvero ben poco, sono il sunto della storia di ogni luogo dove sono ubicati. La Regione li rispetterà”.
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05 Giugno 2017, 10:44