20 Maggio 2015, 10:24
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CATANIA – Francesco Ivano Cerbo è il papà di William, battezzato dai cronisti dopo il blitz Scarcafe il Tony Montana dei Carcagnusi per la sua fissazione con il mito del personaggio hollywoodiano interpretato da Al Pacino. Anche lui finì in manette in quella mega operazione che svelò il potere di infiltrazione dei Mazzei nella cosiddetta economia legale, ora i finanzieri hanno sequestrato il “tesoro” di papà Cerbo. 27 milioni di euro è il valore del patrimonio oggetto del provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania su richiesta della Dda. Secondo le ipotesi degli investigatori il Francesco Ivano Cerbo (54 anni), arrestato e rinviato a giudizio per associazione a delinquere di stampo mafioso, ha accumulato illecitamente beni e le quote societarie, che sarebbero “frutto” della sua appartenenza al sodalizio mafioso dei Mazzei.
Francesco Ivano Cerbo sarebbe il prestanome: a lui sarebbero stati intestati beni riconducibili alla cosca (tra cui la nota discoteca “Boh”) e sarebbe stato il curatore delle relative attività economiche. Sin da subito la Procura della Repubblica di Catania ha delegato al Nucleo di Polizia Tributaria di Catania di svolgere mirate indagini patrimoniali nei confronti di Cerbo e dei suoi familiari; accertamenti volti anche a verificare la “coerenza” del patrimonio posseduto e del tenore di vita con i redditi dichiarati.
Le indagini, condotte anche attraverso l’utilizzo di sofisticati software volte all’analisi parallela di tutte le informazioni disponibili nelle banche dati, hanno permesso di individuare i beni mobili e immobili che sarebbero stati accumulati illecitamente da Francesco Cerbo e di fare istanza di sequestro all’autorità giudiziaria.
La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale ha accolto la proposta formulata dalla Procura motivando il sequestro “da un lato, la forte sproporzione tra i redditi dichiarati ai fini fiscali e il valore dei beni acquisiti e, dall’altro, la pericolosità sociale dell’uomo”. L’ordinanza tiene conto delle decisioni del Tribunale del Riesame e della Cassazione in merito alle misure personali e reali che erano state adottate nei confronti di Cerbo già lo scorso anno.
È stato disposto il sequestro di significative quote di 13 società, a Catania, Comiso (RG), Sant’Alessio Siculo (ME), a Roma, Aprilia (LT), a Bergamo, Buccinasco (MI), Castelfranco Veneto (TV) e Palmanova (UD). Le imprese operano in diversi settori: dall’editoria all’intrattenimento, dall’edilizia al comparto alimentare. Sequestrati anche 28 immobili per lo più concentrati ad Anzio (Roma) e a Ragusa, 2 automezzi, tra cui titoli e conti correnti bancari e postali.
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20 Maggio 2015, 10:24