11 Ottobre 2022, 17:55
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PALERMO – Anche l’ultima legge approvata in questa fine legislatura dall’Assemblea regionale siciliana è finita sotto la scure del CdM. Il Consiglio dei ministri ha impugnato alcune norme della legge “Variazioni al Bilancio di previsione della Regione siciliana per il triennio 2022/2024”.
Le norme cassate nella lunga impugnativa dello Stato sono numerose. Tra queste gli articoli impugnati sul salario accessorio per il personale della Regione, le assunzioni all’Irfis-FinSicilia Spa, le indennità al personale della Società servizi Ausiliari Spa, dell’ospedale Buccheri La Ferla-Fatebenefratelli e presso l’Ismett di Palermo, la proroga fino al 31 dicembre 2022 di alcune norme di semplificazione, emanate durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19, in materia di attività di intrattenimento e culturali, il contributo una tantum dell’importo massimo di euro 300 per l’anno 2022 e l’istituzione della banca dei capelli.
Pesanti le parole sulla parte di impugnativa che censura la proroga al 31 agosto 2023 dei poteri degli attuali commissari straordinari delle ex Province in attesa delle elezioni di secondo livello. Secondo Palazzo Chigi, “il reiterato rinvio delle elezioni e le conseguenti proroghe dei commissariamenti viola i principi di democraticità” previsti dall’articolo uno della Carta “in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare”. GLi uffici ministeriali segnalano anche il contrasto “con gli articoli 5 e 14 della Costituzione, in quanto l’autonomia e la rappresentatività degli enti commissariati sono svuotate da un commissariamenti, di fatto, sine die”. Contrasto anche, infine, “con il principio di ragionevolezza”. “La situazione di eccezionalità che poteva giustificare, nell’immediatezza dell’entrata in vigore, della disciplina di riforma la proroga originariamente disposta – continua l’impugnativa -non può infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive 10 proroghe che si sono susseguito in un arco temporale di sei anni, ciò che stabilizza l’eccezionalità oltre ogni ragionevole limite”.
Sono state impugnate, inoltre, una norma di semplificazione in materia di pubblici spettacoli, una che stabiliva una deroga ai piani urbanistici generali (ex Prg) per i progetti edilizi presentati da soggetti pubblici o privati da destinare alle comunità alloggio ed ai centri socio-riabilitativi e il comma che prevedeva forme di ristoro da riconoscere ai centri di riabilitazione ed ai centri diurni per i soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico.
“In Sicilia ai lavoratori regionali non vengono riconosciuti gli stessi diritti di quelli di cui godono i lavoratori pubblici di tutta Italia. Questa situazione è inaccettabile. Chiediamo che il prossimo governo regionale guidato da Renato Schifani si prenda subito carico della questione”. A dichiararlo sono i segratari regionali della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, della Cisl Fp Paolo Montera, della UilFpl Salvatore Sampino e della Ugl Ernesto Lo Verso commentando l’impugnativa.
Dello stesso tenore il commento di Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal: “La decisione del Governo nazionale di impugnare le norme sia sulla riclassificazione del personale della Regione Siciliana che sull’incremento delle risorse per il salario accessorio era purtroppo prevedibile: una scelta miope del precedente Governo regionale e di alcune organizzazioni sindacali che ha prodotto l’ennesima mortificazione dei lavoratori. Da tempo diciamo che l’unica soluzione per attuare la riclassificazione dei dipendenti è impiegare tutte le risorse già presenti nel bilancio dell’Isola, circa 42 milioni di euro, evitando che una parte consistente legata ai pensionamenti vada in economia: ci sarebbero somme sufficienti per una vera rivoluzione della macchina amministrativa. Una strada che avevamo proposto al vecchio Governo, rimanendo inascoltati, e che speriamo che il presidente Renato Schifani voglia accogliere nell’interesse dei lavoratori e di tutti i siciliani”.
Nel frattempo però c’è chi festeggia, come gli ex Pip. “Finalmente gli ex precari del bacino Emergenza Palermo potranno avere un contratto a tempo indeterminato e un lavoro vero grazie alla norma non impugnata ed approvata con la manovra finanziaria di settembre dall’Assemblea regionale siciliana”, ha dichiarato Vincenzo Figuccia. “È stata scritta una pagina di civiltà e va riconosciuto l’impegno della presidenza della Regione”, gli fa eco Mimma Calabrò, segretario generale Fist Cisl Sicilia.
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11 Ottobre 2022, 17:55