30 Giugno 2017, 11:32
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PALERMO – La Corte dei conti, a sezioni riunite, per la prima volta nella storia, ha deciso di sospendere il giudizio sulla regolarità del Bilancio 2016 della Regione Siciliana. La decisione è stata comunicata dal presidente Maurizio Graffeo: i magistrati contabili hanno dato tempo fino al 10 luglio alla Regione per depositare eventuali memorie.
L’udienza per la parifica è stata rinviata al 19 luglio. Una decisione figlia anche del duro giudizio sui conti regionali formulato dal procuratore generale della Corte d’Appello, Pino Zingale, che ha chiesto la “irregolarità del rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2016”. In via subordinata poi il Procuratore ha chiesto di disporre un supplemento istruttorio. Necessario, secondo la Procura, per chiarire i forti dubbi sulla tenuta del bilancio regionale. In particolare, è stato disposto di chiedere all’Avvocatura dello Stato “la quantificazione del contenzioso passivi della Regione siciliana e la relativa stima di quello con significative probabilità di soccombenza”, di “chiedere alla Regione di quantificare il rischio potenziale tenuto conto del valore di mercato dei derivati”. In entrambi i casi, la Procura ha contestato alla Regione la mancata creazione dei fondi per i rischi, previsti dalla norma. Richiesta anche la copia dei bilanci e il riepilogo dei risultati di bilancio “di tutti gli organismi partecipati”, un elenco analitico dei residui attivi e passivi reimputati nel bilancio 2017 e 2018 e dati relativi alla copertura del disavanzo.
Una richiesta che ha sorpreso molti dei presenti. Anche perché la relazione della Sezione di controllo aveva sottolineato alcuni dati positivi del bilancio. Secondo la relazione, infatti, i conti della Regione migliorano.Ma ci sono diversi elementi di preoccupazione per il futuro. Il risparmio pubblico è di 169 milioni in termini di competenza e di 135 milioni in termini di cassa. Il risultato di gestione complessivo è positivo: più 319 milioni di euro. Valutato positivamente da un punto di vista finanziario anche l’accordo tra Stato e Regione dell’estate del 2016.
Insieme alle luci, le ombre. Secondo la Corte infatti le operazioni messe in campo “non sono risolutive”. E i dubbi sono legati soprattutto al futuro. Il peso delle rate dei mutui, scrive la Corte dei conti, rischia di rendere assai difficili gli investimenti nei prossimi anni. E ancora, fanno acqua i sistemi di controllo soprattutto negli enti vigilati dalla Regione.
Migliora anche la riscossione, operata dalla partecipata “Riscossione Sicilia”: dal 16 al 37 per cento. Peggiora però lo stato di salute dell’azienda. La Corte dei conti sottolinea infatti “le pesanti perdite dei bilanci societari” il cui patrimonio è passato dai 40,7 milioni del 2010 a un valore negativo di 562 milioni al 31 dicembre 2015. Un trend che sembra proseguire anche in questi anni: nel 2016 il reddito negativo previsto è superiore a 10 milioni, per il 2017 c’è già una previsione di 7,7 milioni di euro.
Nella Sanità crescono i ricavi ma anche i costi, mentre sono cresciute le procedure di acquisto attraverso sistemi Consip. Resta il nodo del personale regionale: un terzo dei dirigenti d’Italia si trovano in Sicilia. Se scendono i costi generali sul personale “di ruolo”, la Corte dei conti censura invece la mancata riduzione del personale degli enti e organismi controllati dalla Regione, dai Forestali alle società partecipate. In questo senso la Corte sottolinea “l’anomalo incremento del personale a tempo indeterminato della società Sicilia e Servizi spa”. Le liquidazioni di alcuni enti, annota la Corte, ha poi creato “un nuovo bacino di precariato”, anche attraverso “singolari disposizioni legislative che suscitano rilevanti perplessità”.
Nella sua requisitoria, il procuratore generale d’Appello Pino Zingale indirizza un ringraziamento al direttore generale dell’Asp di Palermo Antonio Candela, per avere segnalato diverse anomalie agli organi competenti. Per Zingale “in Sicilia la ripresa economica è rimasta debole. I redditi e i consumi delle famiglie sono cresciuti di poco e l’occupazione si è arrestata. Il Pil è rimasto 12 punti indietro rispetto al periodo pre-crisi, mentre in Italia il ritardo è di 7 punti. Negli anni prossimi si prevede una nuova contrazione degli investimenti, mentre continuiamo a registrare fenomeni di corruzione, non sempre penalmente rilevanti”. Secondo il procuratore “risultano deboli le relazioni di accompagnamento alle leggi per spiegare la copertura finanziaria. Sono aumentate le spese e ridotte le entrate. L’incidenza delle spese correnti sono superiori al 70 per cento delle spese complessive, mentre quelle per investimenti sono solo al sei per cento”.
Sul tema dei Beni culturali, Zingale ricorda che il patrimonio artistico della Regione è il vero “oro nero” dell’Isola: ma la gestione dei parchi sarebbe pessima. Il personale, ad esempio, è carente dal punto di vista qualitativo e quantitativo. “Nei parchi archeologici mancano gli archeologi. In altre strutture mancano gli architetti. Molti musei sono privi di restauratori”. Nonostante ciò, spiega Zingale, i dati sui visitatori sono positivi. Ma questo, precisa, si spiega soprattutto nelle cambiate condizioni in altri stati che negli anni passati erano mete turistiche.
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30 Giugno 2017, 11:32