Riccardo: “Mi rubano il futuro”

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28 Novembre 2010, 01:02

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Riccardo Zerbo, rappresentante Liceo Classico Garibaldi, cosa ti ha spinto a scendere in piazza?
“Il motivo primario è il danno che stanno arreccando al nostro futuro e al futuro delle prossime generazioni. La disparità che si verrà a creare tra le classi sociali con i tagli alle borse di studio”.

Tu senti imminente questo pericolo, sei all’ultimo anno?
“Sì, sono all’ultimo anno ma anche gli studenti del secondo, del terzo e del quarto anno devono mobilitarsi. Se vogliamo cambiare le cose nessuno lo può fare al posto nostro. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”.

Manifestando si è accresciuta o si è indebolita questa spinta al cambiamento?
“La convinzione si è rafforzata. In un primo momento ti senti solo. Noi del Garibaldi poi siamo stati i primi ad occupare quest’anno. Poi per l’opinione pubblica non conta la qualità ma la quantità. Ma i ragazzi che sfilano per le strade sanno per cosa stanno combattendo. Si sta creando una società consapevole”.

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Quindi le vostre mobilitazioni mirano anche oltre le mura scolastiche.
“Manifestiamo anche per lo Stato di diritto che è lo Stato Italiano. Ho scritto uno striscione che recita “I soldi per l’istruzione esplodono in Afghanistan”. E questa è una contraddizione forte all’interno di uno Stato. Come fa una nazione a spendere 13 miliardi per le missioni militari e a tagliarne nove all’istruzione? È guidare una Porsche e vivere in una bettola. Ci sono controsensi dettati da interessi politici volti a rafforzare le lobby”.

E tu sei convinto che tutto ciò potrà cambiare?
“Sono assolutamente convinto. E poi anche se il Ddl dovesse passare di sicuro non smetterò di esprimere il mio dissenso, dal momento che, se non lo fai, hai già perso in partenza”.

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28 Novembre 2010, 01:02

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